14/03/2021 di Luca Volontè

Allarme Unicef: catastrofe educativa dei giovani durante la pandemia

Milioni di bambini e giovani stanno affrontando una "catastrofica emergenza educativa", poiché i blocchi imposti dall’emergenza sanitaria pandemica hanno significato le chiusure delle scuole praticamente in tutto il mondo. E’ quanto emerge dall’allarme lanciato dall’Unicef. La chiusura delle scuole per oltre 168 milioni di bambini in 14 paesi del mondo, durante tutto l’anno 2020, ha provocato una catastrofe educativa di proporzioni incredibili.

La chiusura delle scuole avrà conseguenze incalcolabili soprattutto per i  “bambini più vulnerabili e coloro che non sono in grado di accedere all'apprendimento remoto e corrono un rischio maggiore di non tornare mai più in classe e persino di essere costretti a sposarsi o lavorare”.

Secondo gli ultimi dati dell'UNESCO, oltre 888 milioni di bambini in tutto il mondo continuano a subire interruzioni della loro istruzione a causa della chiusura totale e parziale delle scuole. La scuola, per i bambini e ragazzi di tutto il mondo, è il luogo in cui possono interagire con i loro coetanei, cercare sostegno, accedere a servizi sanitari e ricevere un pasto nutriente. Più a lungo le scuole rimangono chiuse, più a lungo i bambini vengono tagliati fuori da queste opportunità fondamentali per  la loro infanzia. L’emergenza educativa è tale che il richiamo dell’UNICEF ai governi è un invito a mantenere le scuole aperte, o dare loro priorità nei piani di riapertura.

Lo scorso 3 marzo, a tal proposito, è stato proposto una sorta di flash-mob statico, la 'Pandemic Classroom', dove in un’aula completamente vuota ognuno dei 168 banchi vuoti rappresentava un milione bambini che vivono in paesi in cui le scuole sono state chiuse. Un solenne ricordo delle aule in ogni angolo del mondo che rimangono vuote. Una classe vuota, dice l’Unicef, che “rappresenta i milioni di centri di apprendimento rimasti vuoti, molti per quasi tutto l'anno. Dietro ogni sedia vuota è appeso uno zaino vuoto, un segnaposto per il potenziale differito di un bambino… Non vogliamo che porte chiuse e edifici chiusi oscurino il fatto che il futuro dei nostri figli viene messo in pausa indefinita. Questa installazione è un messaggio ai governi: dobbiamo dare la priorità alla riapertura delle scuole e dobbiamo dare la priorità alla riapertura meglio di quanto lo fossero prima". Nel marzo 2020, come sappiamo, i governi hanno iniziato ad attuare misure per limitare la diffusione del coronavirus, chiudendo le scuole e passando alla formazione a distanza quasi dall'oggi al domani.

Circa 150 paesi hanno chiuso completamente le loro scuole, circa 10 paesi le hanno parzialmente chiuse e altri 10 hanno mantenuto le scuole completamente aperte. La situazione, dopo le varie ondate della pandemia, non è migliorata di molto. L’Onu richiama l’attenzione sul ‘Manuale’ che lo scorso anno la stessa Unicef, in collaborazione con World Bank, UNCHR e Programma Alimentare, avevano pubblicato e nel quale si invitavano i governi a salvaguardare l’educazione scolastica in presenza, nel rispetto delle emergenze ed indicazioni sanitarie. Partire da lì e riaprire le scuole sarà un buon inizio, non risolverà completamente la catastrofe educativa ma, quantomeno, porrà limiti al suo tragico protrarsi.

 

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