06/02/2019

Aborto, una domanda a Valentina Nappi: sai chi sono Darwin e l’eugenetica?

Non nuova alle provocazioni gratuite, Valentina Nappi ha scelto un giorno inequivocabile per il suo tiro al piccione contro i pro life italiani: la 41° Giornata per la Vita (3 febbraio 2019). «Aborto obbligatorio per chi non può offrire una vita agiata a un figlio»: queste le parole sul profilo Instagram della nota pornostar, che peraltro appare ignuda nell’immagine, coperta nelle parti intime dalla scritta appena citata.

Non contenta, la Nappi aggiunge nella didascalia: «Un figlio non è un diritto. Non ha chiesto lui di nascere, è stata una decisione unilaterale dei genitori. Ogni genitore è un assassino, perché mette al mondo un condannato a morte. Almeno dunque si preoccupi di offrire il meglio. E se non è in grado, meglio l’aborto».

Per aggiungere un tocco di coloritura politica il post è accompagnato dagli hashtag #lega #leganord #aborto #salvini #matteosalvini. Ultimo ma non ultimo: la pornostar ha scelto il Pontificio Santuario di Pompei come località in cui taggarsi: un popolare luogo di devozione, forse con l’intenzione di colpevolizzare i cattolici italiani.

Con il suo post, la Nappi fa passare un concetto caro alla mentalità vittoriana di stampo darwiniano ed eugenetico, affermatosi nell’Inghilterra del XIX secolo e perpetuatosi in varie forme subdole fino ai nostri giorni: soltanto i ricchi sono degni di vivere, i poveri sono un peso per la società e meritano di essere soppressi sul nascere. Era davvero da molto tempo che un personaggio dello spettacolo non si prestava a un messaggio così sprezzantemente classista. La pornostar insulta così i milioni di famiglie povere che, nel presente e nel passato, hanno fatto sacrifici per crescere ed educare i figli, non precludendo loro, comunque, un’esistenza felice. E se proprio una madre fosse così povera da non poter nemmeno nutrire il proprio figlio, perché costringerla ad abortire, senza nemmeno contemplare la possibilità di un’adozione?

«Un figlio non è un diritto», afferma la Nappi. Perché non lo va a dire alle centinaia di coppie (omosessuali e non) che ogni anno praticano la fecondazione artificiale? Costoro spendono centinaia di migliaia di euro per concepire un figlio (con il proprio partner o con altre persone), quindi si presume che, come minimo, detengano una stabilità economica tale da mantenere senza problemi una famiglia: forse per questo tipo di persone, la signora Nappi sarà disposta a concedere un’eccezione?

«Ogni genitore è un assassino, perché mette al mondo un condannato a morte»: questa affermazione contraddice quanto detto poco prima. Che cosa intende realmente la Nappi? Si riferisce davvero a «ogni genitore» (anche ai propri?) o soltanto ai genitori poveri che – immaginiamo – la pornostar preferirebbe fossero tutti sterili?

Ultimo ma non ultimo: se non è il figlio che chiede di nascere e la sua venuta al mondo è una «decisione unilaterale dei genitori», fin dove si spingono le loro decisioni unilaterali per il destino dei figli? Non dovrebbero, così, a rigor di logica, continuare a condizionarli anche oltre la soglia dell’età adulta? Magari anche nella scelta del figlio di diventare pornoattore o di intraprendere qualunque altra professione?

Giulio Federaci

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