01/12/2015

Aborto – In Nord Irlanda chi difende i bambini?

Nord Irlanda: secondo l’Alta Corte la legge che vieta l’aborto è contro i diritti umani. Ma chi protegge i diritti dei nascituri?

Qualche giorno fa era toccato alla Polonia prendersi le critiche della Commissione dell’Onu per i diritti dell’Infanzia a causa di una legge sull’aborto considerata troppo restrittiva. Ora è il turno dell’Irlanda del Nord, dove l’Alta Corte di Belfast ha dichiarato la legge sull’aborto in vigore nel Paese troppo restrittiva e, a parere della stessa Corte, “contraria ai diritti umani”. In particolare, l’attuale legislazione in vigore in Irlanda del Nord è stata dichiarata incompatibile con la Convenzione Europea per i Diritti Umani, come si può leggere sul New York Times.

Per ora nel territorio dell’Irlanda del Nord è permesso l’aborto legale solo nel caso di grave minaccia per la salute fisica e mentale della madre. Pur essendo parte del Regno Unito, infatti, il territorio dell’Ulster non applica l’Abortion Act in vigore in Gran Bretagna dal 1967 e i medici che contravvengono alla legislazione vigente con procedure illegali vengono puniti con pene molto severe, che includono anche il carcere a vita, proprio come per l’omicidio di una persona adulta.

A chiedere all’Alta Corte di Belfast di pronunciarsi sulla legittimità di questa legge è stata la Commissione per i Diritti Umani dell’Irlanda del Nord, che ha agito contro il Dipartimento per la giustizia regionale, che in seguito ad una consultazione pubblica aveva raccomandato un cambio della legislazione nella circostanza di una disfunzione fatale presente nel bambino. Per la Commissione per i diritti umani la raccomandazione del Dipartimento per la Giustizia non è stata abbastanza soddisfacente e per questo l’organismo si è rivolto ai giudici dell’Alta Corte che hanno condiviso le preoccupazioni della Commissione, affermando che nel caso di violenza sessuale o nei casi in cui il feto sia affetto da anomalie mortali, proibire la possibilità di abortire rappresenta una “interferenza vergognosa nei confronti della libertà della donna”.

La sentenza è stata ritenuta storica anche se non risulta in alcun modo vincolante per un cambiamento della legge. L’unico giudice ad essersi opposto è stato John Larkin, che ha sostenuto che questa sentenza costituisce una violazione del diritto alla vita dei bambini non ancora nati, e che la popolazione dell’Irlanda del Nord non desidera un cambiamento della attuale legge sull’aborto. Disappunto è stato espresso anche dalla nota attivista pro-life nordirlandese Bernadette Smyth, la quale, sempre sulla base della difesa dei diritti dei nascituri, ha criticato il pronunciamento del giudice.

Anastasia Filippi

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