14/03/2023

A proposito dei topi con due padri: è tutto fumo negli occhi

È girata sui giornali la notizia che nei giorni scorsi uno scienziato giapponese - Katsuhiko Hayashi, professore presso il Dipartimento di Medicina e Biologia delle Cellule Staminali della Kyushu University in Giappone - ha fatto nascere dei topolini senza il contributo genetico di un topo femmina, ricavando una cellula uovo dalle cellule della pelle di un maschio. Ma poi la femmina è stata necessaria per portare avanti la gravidanza.
 
Molta stampa sostiene si tratti di una grande conquista verso la cura dell'infertilità. A noi pare che sia l'ennesimo tentativo prometeico dell'uomo di farsi Dio, di violentare la natura (molto peggio che con l'inquinamento), e anche al servizio della lobby gay. 
 
Al di là delle considerazioni etiche, su cui torneremo, abbiamo chiesto ad un esperto - Giandomenico Palka, professore ordinario di genetica dell'università Gabriele d'Annunzio di Chieti-Pescara - alcune considerazioni su quanto accaduto.



Si tratta di ricerche superflue che sottraggono risorse ed energie a quelle necessarie a un vero progresso scientifico. Il lavoro in questione, comunque, non è stato ancora  pubblicato e quindi devo immaginare come hanno agito.

Se ho capito bene il gruppo di  Hayashi da cellule cutanee di topo adulto maschio ha ottenuto ovocellule che poi sono state fatte fecondare da spermatozoi di topo in un utero surrogato. Così sarebbero nati topolini maschi, che sarebbero sopravvissuti solo due giorni, e topoline femmine sane, che si sarebbero anche riprodotte.  Questa differenza  mi fa pensare subito che qualche cosa non ha funzionato nell’epigenetica. Ripeto il lavoro non è stato pubblicato e non posso fidarmi di quello che è stato riportato da giornalisti bravi, onesti, ma non competenti perché dire : «Le cellule cutanee mature, trasformate in cellule staminali indotte, sono state fatte moltiplicare fino alla perdita di un cromosoma sessuale» è molto dilettantistico. Non dimentichiamo che dei 630 embrioni introdotti in utero di topi femmine solo 7 sono nati (1.1%).
 
Il discorso potrebbe finire qui. La pecora Dolly nacque da un processo di clonazione nel 1997 in cui una ovocellula di pecora, privata del suo nucleo aploide di cromosomi, cioè dimezzato, veniva fecondato da un nucleo di cellula somatica con un numero diploide di cromosomi. Anche in questo caso Dolly fu  l’unico risultato sui 277 esperimenti effettuati. Poi sono stati clonati altri animali fino alle macache, di cui non si hanno più notizie. Tutti questi animali hanno presentato in forma più severa o meno severa la “large offspring syndrome”, segno di una chiara alterazione epigenetica. Nel 2006 Yamanaka inventa le “induced pluripotent stem cells (iPSC)”. Si pensava che con queste cellule riprogrammate, simil embrionali l’uomo avrebbe potuto curare numerose malattie, ritenute incurabili. Purtroppo lo stesso Yamanaka alcuni anni fa  ha dovuto ammettere che con le iPSC non si può curare nessuna malattia perché la loro riprogrammazione è parziale. Ci sono infatti nel genoma zone difficili da riportare a livello embrionale come i telomeri e i centromeri.
 
Adesso si vuole fare una clonazione inversa, riprogrammando cellule cutanee mature a cellule sessuali. Si può tentare? Sì. Le cellule somatiche di topolino hanno 40 cromosomi mentre quelle sessuali ne hanno 20. Le cellule somatiche si possono riprogrammare a  iPSC cioè cellule simil embrionali. Perché queste possano diventare ovocellule è necessario che il corredo genetico si dimezzi a 20 cromosomi e abbia un cromosoma X. E’ possibile? Se una ovocellula, privata del suo nucleo, ha consentito la clonazione, così una iPSC può dimezzare il corredo genetico e diventare una ovocellula con 20 cromosomi nel caso del topo e con cromosoma sessuale X almeno nel 50% delle iPSC che si sono divise.
 
Ma il problema  dell’epigenetica che fine fa? Se il problema dell’imprinting c’era  nella pecora clonata, visto che il procedimento è lo stesso, anche se all’incontrario, il problema c’è anche nel topo che deriva dalla fusione di due corredi genetici maschili anzi in questo caso il problema è ancora più complesso a mio avviso. Non è certo questa una via per curare  l’infertilità o altre patologie.    
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