15/03/2018

Bambini ed educazione: come li stiamo crescendo?

I bambini di oggi sono sereni? Crescono in salute? Sviluppano in maniera adeguata le competenze che saranno poi loro utili nel corso della vita?

Le domande sono tante e riempiono quotidianamente i pensieri dei genitori e stimolano le riflessioni degli educatori e dei pedagogisti: l’importanza rivestita dall’educazione è infatti nota e tenuta in grande considerazione, anche alla luce della triste rilevazione circa “l’emergenza educativa” nella quale siamo immersi. I bambini, i ragazzi hanno bisogno di adulti, di guide che li indirizzino nel cammino della vita, ma la realtà dei fatti ci restituisce una generazione di adulti fragili e senza bussola e una diffusa mancanza di orizzonte di senso. Con queste premesse, è evidente, la missione educativa si fa ancora più difficile di quanto lo sia già in origine.

In tale contesto appare interessante l’articolo di una psicoterapeuta canadese, Victoria Prooday, che esordisce lanciando un grido di allarme: «C’è una tragedia silenziosa che si sta svolgendo proprio ora, nelle nostre case, e riguarda i nostri gioielli più preziosi: i nostri bambini. Come riporta InformaSalus.it attraverso il mio lavoro con centinaia di bambini e genitori come ergoterapista, ho visto questa tragedia svolgersi proprio sotto i miei occhi. I nostri bambini sono in uno stato emotivo devastante!».

I bambini del 2000 non sanno più gestire le emozioni, non hanno persone che li aiutino nella regolazione emotiva, e finiscono così per esserne sommersi. I fatti parlano chiaro: negli ultimi quindici anni i disturbi psicologici nei bambini si sono diffusi in maniera talmente importante che si potrebbe parlare di una “epidemia”. Ecco i numeri:

– 1 bambino su 5 ha problemi di salute mentale
– I disturbi dello spettro ADHD (deficit di attenzione/iperattività) sono aumentati del 43%
– Fra gli adolescenti, la depressione è aumentata del 37%
– Nei ragazzi tra i 10 e i 14 anni, i suicidi sono aumentati del 200%

Come mai accade questo? La Prooday individua le cause nei genitori e nell’ambiente nel quale i bambini di oggi si trovano a crescere: «Oggi – afferma – i bambini vengono privati delle basi per un’infanzia sana, cioè: genitori emotivamente presenti, limiti ben definiti e figure di guida, responsabilità, alimentazione equilibrata e numero adeguato di ore di sonno, movimento e vita all’aria aperta, gioco creativo, interazioni sociali, opportunità di avere del tempo libero e momenti di noia. Al contrario oggi ai bambini vengono offerti: genitori “digitalmente distratti”, genitori indulgenti che permettono ai figli di “comandare”, convincimento che tutto gli è dovuto, alimentazione non equilibrata e poche ore di sonno, vita sedentaria dentro casa, stimolazioni continue, babysitter tecnologiche, gratificazioni immediate, assenza di momenti di noia».

Il quando è chiaro, così come lo è altrettanto la via di uscita, se si vuole perseguirla.

Innanzitutto occorre tornare a dare delle regole, scacciando i retaggi del “Prohibido Prohibir” sessantottino, che ha seminato danni già in troppe persone: le regole sono una sicurezza per i bambini, che hanno bisogno di sentirsi protetti, guidati, delimitati nel loro ego e anche tranquillizzati di fronte alla vita grazie a una giornata scandita con delle routine (che devono ricomprendere anche un’adeguato numero di ore di sonno e di attività all’aria aperta, così come dei momenti di “noia”).

Occorre poi tornare a dire qualche sano «No», senza farsi tiranneggiare dai desideri-capricci dei propri figli: da adulti vi ringrazieranno, anche se assumere questa posizione nella società dell’edonismo sfrenato appare controcorrente.

Inoltre, è necessario che i genitori procedano di comune accordo rispetto all’educazione dei figli, aiutandosi e completandosi nel proprio ruolo genitoriale e cercando così, uniti, di prestare fede a uno stile educativo sano, sia sotto il profilo relazionale ed emotivo (abbracciateli, sorridetegli...), sia sotto quello della salute fisica.

Infine, solo per rimanere ai consigli più generali, è importante trascorrere del tempo con i propri bambini: senza fare nulla di eclatante, magari anche solo camminando all’aperto o svolgono qualche attività domestica, ma stando con loro in maniera piena, lasciando da parte i telefonini e la fretta. In questo modo si trasmetterà loro un messaggio positivo a livello di autostima e si potrà incoraggiarli sempre più verso una loro autonomia.

I nostri bambini credono in noi: facciamo lo stesso nei loro confronti.

Teresa Moro

Fonte: Euroxweb


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