Dicono che marzo sia il mese delle donne. Si celebra una Giornata mondiale fondata su una menzogna inventata di sana pianta da Lenin nel 1922 (la fabbrica bruciata con dentro le operaie). E tutte le donne si fanno gli auguri e vanno divertirsi con le amiche: «Evviva le donne!».
Ho avuto già occasione di spiegare perché sono fortemente allergica a queste celebrazioni. Anzi, perché le trovo “sessiste e discriminatorie” - per usare un linguaggio moderno.
Noi donne siamo persone che meritano rispetto per la somma dignità che hanno tutte le persone. Non abbiamo bisogno delle insulse quote rosa, perché da che mondo è mondo abbiamo sempre saputo farci valere a prescindere. Non abbiamo alcun interesse a competere con i maschi nelle cose che piacciono a loro. Anzi. A noi di solito ne piacciono altre.
Noi donne non abbiamo bisogno di “protezione” come i cuccioli di foca, soprattutto se abbiamo al nostro fianco un uomo vero, che ci ama davvero e che è disposto a dare la vita per noi (cfr. Ef. 5,25).
La donna deve essere libera? E allora sia davvero libera di mettere al mondo i figli e di crescerli, in un sistema socio economico che consenta concretamente «l'adempimento della essenziale funzione familiare e assicuri alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione» (art. 37 Cost., uno dei più disapplicati della storia della Repubblica).
Cessi, allora, la propaganda a favore di un gesto contro natura che non solo uccide un figlio, ma ferisce profondamente e per sempre la madre: sia la donna davvero libera di non abortire.
Essere donna è bello. Non si pretenda l’assurdo impossibile di rendere le femmine “uguali” ai maschi: a meno che non si voglia procedere con l’operazione di cancellazione della donna in atto.
“Non una di meno” significa che non devono più morire le donne (a parte noi di ProVita & Famiglia che dovremmo bruciare dentro l’ufficio di Roma…)?
Cessi immediatamente l’aborto, che in Italia fa fuori almeno 30.000 bambine ogni anno (secondo i dati ministeriali che non solo sono enormemente sottostimati, ma neanche tengono conto della strage perpetrata dalle pillole postcoitali e dalla fecondazione artificiale).
Il profumo della mimosa a volte è davvero stucchevole: viva le donne? Va bene. Ma soprattutto: vivano le donne!
Ragioniamo insieme su questo e su tanto altro ancora: leggete il numero 128 di Notizie Pro Vita & Famiglia (qui l'anteprima).
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Buona lettura!
Francesca Romana Poleggi