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No alla Tirannia ambientalista: il Governo rigetti gli accordi globali ispirati a ideologie anti-umane

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L’ambientalismo radicale minaccia il progresso sociale dei popoli e lo stesso sviluppo della vita umana sulla Terra.

L’uomo non è “il cancro del pianeta”, come sostiene la lobby ecologista, ma la sua più grande risorsa. Tuttavia, i sacerdoti della “religione ambientalista”, che siedono al Forum di Davos e ai vertici dell’ONU (in particolare, nell’Intergovernmental Panel on Climate Change) e della UE, strumentalizzano, esagerano e falsificano l’impatto dell’attività umana e delle emissioni di CO2 sui cambiamenti del clima (che nella storia del pianeta ha sempre conosciuto oscillazioni fisiologiche), ingenerando un ingiustificato terrore per una prossima “fine del mondo” soprattutto nelle nuove generazioni.

Le radici “culturali” di questa tirannia ambientalista affondano nel malthusianesimo, una dottrina economica che, sbandierando il falso mito del “sovrappopolamento mondiale”, mira a imporre politiche fondate sul controllo delle nascite e la limitazione dello sviluppo demografico. Non a caso, questa ideologia anti-umana propaganda gli stessi strumenti cari all’attuale società dello scarto: a partire dall’aborto, la contraccezione e in generale i cosiddetti “diritti sessuali e riproduttivi”, volti a impedire che vengano al mondo nuovi “cuccioli d’uomo”; l’eutanasia, finalizzata a eliminare gli esseri umani considerati ormai improduttivi; nonché l’ostilità verso la famiglia, baluardo di quei valori che la mentalità modernista imperante mira a scardinare.

Questi obiettivi vengono perseguiti a livello normativo mediante una serie di atti internazionali dettati dalla psicosi allarmista, tra cui vale la pena ricordare:

  • Il Protocollo di Kyoto (1997): varato nell’ambito della “Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici”, è a oggi l’unico trattato giuridicamente vincolante a livello mondiale per ridurre le emissioni di gas serra, pur essendo stato ratificato da Paesi che coprono solo il 18% delle emissioni globali. L’Italia lo ha ratificato nel 2002.
  • L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (2015): un programma Onu «d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità» che promuove tra l’altro il contrasto al cambiamento climatico. L’Italia l’ha adottata nel 2017 attraverso la “Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile”.
  • L’Accordo di Parigi (2015): il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici a livello mondiale, chiede di «integrare le misure di cambiamento climatico nelle politiche, strategie e pianificazione nazionali», con l'obbligo di perseguire misure domestiche per la sua attuazione. L’Italia lo ha ratificato nel 2016.
  • Il Green Deal europeo (2019): la tabella di marcia che punta a rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, e a dare attuazione all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che si vuole trasformare in una disposizione vincolante del diritto UE.
  • Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR (2021): il programma di investimenti a cui l’Italia ha destinato più del 31% dell’ammontare complessivo del PNRR (circa 70 miliardi di euro), con particolare riferimento ai temi dell’efficienza energetica, riqualificazione degli edifici, mobilità sostenibile, incremento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Questi dispositivi si fondano su una visione ideologica e irrazionale dell’ambiente e contraria ai Diritti e alle Libertà fondamentali degli esseri umani: non hanno nessuna ricaduta effettiva sull’inquinamento che è invece un problema da combattere, ma limitano le libertà dei cittadini, impoveriscono il loro tenore di vita, modificano le loro abitudini alimentari (per esempio, incentivando il consumo di insetti) e arricchiscono solo chi detiene il monopolio degli investimenti e delle tecnologie “green”. Prima di varare politiche di "transizione ecologica", si dovrebbe ascoltare anche la voce degli scienziati non allineati ai diktat del Forum di Davos, dell'Onu e della Ue.

Firma la petizione per chiedere al Governo Italiano di recedere in tutti gli organismi internazionali da trattati e regolamenti che si richiamano al totalitarismo ambientalista: Sì alla cura del Creato, alla lotta all’inquinamento e agli sprechi, No a politiche socio-economiche, industriali ed energetiche regressive influenzate da un eco-catastrofismo anti-umano che chiede alle famiglie italiane sacrifici economici gravosissimi e inutili.

Custodiamo l’ambiente, custodendo l’Uomo!

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Firma subito questa petizione:

No alla Tirannia ambientalista: il Governo Italiano receda da normative, protocolli e convenzioni ispirati all’ambientalismo radicale che, sulla base di dati falsi e manipolati, sfruttano un catastrofismo antiscientifico per imporre un’agenda neo-malthusiana che spaccia l’uomo per il “cancro del pianeta” e ne minaccia l’esistenza con pratiche anticoncezionali, abortiste ed eutanasiche; e che chiede alle famiglie italiane sacrifici economici gravosissimi e inutili. Prima di varare politiche di "transizione green", si ascolti anche la voce degli scienziati non allineati ai diktat del Forum di Davos, dell'Onu e della Ue.

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