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No alla pillola abortiva: firma contro la diffusione della RU486

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Il Ministro della Salute Speranza ha liberalizzato ancor più l’uso della pillola abortiva RU486, in seguito ad una determina dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

D’ora in poi la pillola potrà essere somministrata fino alla nona settimana di gravidanza e anche in regime di day hospital, cioè senza ricovero.

Ciò significa che moltissime donne e ragazze abortiranno da sole, dovendo gestire il dolore, il rimorso, eventuali complicazioni, e rischiando di vedere il piccolo viso del loro bambino morto (in quasi 6 casi su 10!), gettato nel WC.

La RU486 non solo uccide il bambino in grembo, bloccando il flusso di sangue e il nutrimento, ma è anche più pericoloso per la donna rispetto all’aborto chirurgico.

Firma questa petizione per chiedere al Ministro della Salute Roberto Speranza di annullare le recenti linee guida sulla somministrazione della pillola abortiva RU486.

--- Ecco il messaggio che invieremo al Ministro della Salute ---

Il Ministero della Salute ha emanato, il 12 agosto 2020, un Aggiornamento delle “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine”, a seguito di una determina AIFA dello stesso giorno. Le nuove linee di indirizzo consentono la somministrazione della pillola abortiva RU486 fino alla nona settimana di gravidanza (63 giorni) anche in regime di day hospital.

Tuttavia, queste linee guida costituiscono un vero e proprio pericolo per la salute, oltre a contraddire persino l’art. 8 della legge 194/1978. Anche il Consiglio Superiore della Sanità, già nel Parere del 18 marzo 2010, aveva ritenuto necessario il regime di ricovero ordinario proprio per garantire il rispetto della legge e aveva evidenziato un “profilo di sicurezza inferiore dell’IVG farmacologica rispetto a quello dell’IVG chirurgica”.

Ora, non solo non è intervenuto alcun mutamento legislativo ma la letteratura scientifica mostra con sempre maggiore chiarezza che l'aborto farmacologico, tramite RU486, è ancora più pericoloso per la donna che l'aborto chirurgico.

Oltre alle contrazioni dolorosissime che provoca durante l'espulsione del feto, il rischio di gravi emorragie e di trasfusione è molto maggiore; le complicazioni sono ancora maggiori per le donne che utilizzano la pillola fino alla nona settimana di gravidanza. Secondo un rapporto dello stesso Ministero della Salute (“Interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine. Anni 2010 - 2011”), in ben 7,1% dei casi sono state riscontrate complicanze in sede di controllo post dimissione dopo assunzione della RU486. Nel 5,3% dei casi l’aborto farmacologico è “fallito” e la donna è stata sottoposta ad un ulteriore intervento di Isterosuzione-Karman/Revisione della cavità uterina.

La pillola abortiva, nei casi estremi, può provocare anche la morte: il FDA ha segnalato negli Stati Uniti 24 donne morte fino al 2018. Questa cifra è solo la punta dell'iceberg: molte morti sfuggono alle statistiche in quanto per accertarle sarebbe necessaria l'autopsia. Inoltre, nonostante nessun altro paese pubblichi ufficialmente le morti per aborto farmacologico, la stampa internazionale riporta decine di altri decessi.

Sul versante dei danni psicologici la situazione è terribile: nel 56% dei casi la donna fa l'esperienza devastante di vedere il bambino morto. Si tenga conto che, a nove settimane di gravidanza, il bambino in grembo - pur molto piccolo - ha un viso già abbastanza definito, con le labbra già formate e le orecchie che iniziano a prendere forma. Anche le mani e le dita sono definite ed i piccoli gomiti possono già muoversi. Pertanto, non è sorprendente riscontrare frequenti testimonianze di ragazze e donne con gravi ferite psicologiche causate dall’aborto farmacologico. 

Per questi motivi chiediamo al Ministro della Salute di annullare le linee di indirizzo del 12 agosto 2020 in ordine alla somministrazione della RU486.

Firma subito questa petizione:

Chiedere al Ministro della Salute Roberto Speranza di annullare le linee guida che incentivano l'uso e la diffusione della pillola abortiva RU486.

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