17/02/2021 di Manuela Antonacci

Vuole cento figli con l’utero in affitto. Ma nessuno si preoccupa del dramma di chi li mette al mondo

La giovane e ricca Christina Ozturk è la protagonista di un’incredibile storia, narrata sulle colonne del The Sun, come si si trattasse di una vicenda buffa e insolita ma accettabile. In realtà si tratta di una storia che fa poco sorridere, infatti Christina vive, immersa nel lusso e circondata da numerosi bambini avuti quasi tutti con l'utero in affitto. Una situazione in cui né lei né il marito vedono alcuna contraddizione morale, in quanto i due elementi che alle loro coscienze (forse un po’ dormienti verrebbe da pensare) risultano essenziali, ovvero i soldi e la legge che lo consente, ci sono tutti e questo a loro basta. La loro vicenda è narrata in modo accattivante con foto o brevi video sul profilo IG di questa giovane e bella milionaria georgiana, da cui apprendiamo anche che vogliono arrivare a quota cento bebè.

Ci sono una serie di implicazioni morali e umane in questa vicenda che né i protagonisti in questione, né i media che riportano la notizia affrontano, anzi nemmeno sfiorano: ad esempio viene da chiedersi quanti embrioni devono essere prodotti ogni anno per arrivare, alla famigerata quota cento, sogno dei due coniugi. Non solo, sebbene Christina e suo marito proprietario di un hotel milionario nella città costiera di Batumi, nell’ex repubblica sovietica della Georgia, siano i genitori biologici dei 10 bambini (una sola figlia è stata partorita da Christina) perché ovociti e seme sono di entrambi, tuttavia, c’è un particolare che viene omesso in modo scandaloso. E cioè che ciascuno di quei piccoli ha sì il patrimonio genetico dei genitori, quindi tecnicamente ne rappresentano i figli naturali, ma molto meno “naturalmente”, quei dieci bambini sono stati strappati, al momento della nascita, dal grembo di una donna con cui hanno sviluppato un rapporto prenatale delicatissimo, fatto di un linguaggio misterioso che ha comunque contribuito a costruire la loro fragilissima psiche in formazione.

Che ripercussioni avrà a livello emotivo e psicologico questo prematuro strappo? A nessuno sembra interessare la questione. L’importante è mostrare un’idea vincente e accattivante della barbara pratica dell’utero in affitto, utilizzando magari anche la rete, come fa la signora in questione, ostentando bimbi sani e sorridenti in braccio ad una mamma in forma che magari non ha vissuto gli alti e bassi della gravidanza e del parto, ma nemmeno quel legame profondissimo intrauterino, punto di partenza di un legame,  già a cefalo, ab origine, che si svilupperà per tutta la vita.

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