23/01/2014

Silenzio assordante, anche Firenze, contro la legge Scalfarotto

Anche a Firenze è risuonato il “silenzio assordante” dei tanti che si oppongono alla legge Scalfarotto. Un provvedimento già approvato dalla Camera che, se diventasse legge dello Stato, renderebbe punibile penalmente l’espressione pubblica delle opinioni non in linea con l’ideologia del gender. Pubblichiamo la testimonianza diretta di un nostro amico, inviato molto speciale.

La manifestazione, promossa da Manif pour Tous Italia e alla quale ha portato il suo saluto un rappresentante delle Sentinelle in piedi, si è svolta in piazza San Firenze, sulla scalinata di quello che fino a poco tempo fa è stato il Tribunale di Firenze: per ricordare che, in poco tempo, dalle piazze la questione si potrebbe spostare nelle aule giudiziarie. Gli organizzatori hanno spiegato che il movimento Manif pour Tous non è contro nessuno: è invece a favore della famiglia, che intende difendere da un’ideologia sempre più aggressiva che vuole distruggerla. La famiglia naturale, formata da un uomo e una donna che condividono un progetto di vita e si aprono alla vita. La famiglia riconosciuta e difesa dalla Costituzione della Repubblica Italiana. La famiglia portatrice e baluardo dei valori umani e sociali che fondano la nostra società.

ManifPourTous_Firenze_Sentinelle2

Un silenzio assordante per tre quarti d’ora ha riempito Piazza San Firenze insieme al suono delle campane della domenica. Persone di tutte le età hanno posto davanti a loro una candela accesa e in piedi hanno silenziosamente letto un libro o una rivista i cui contenuti riconoscono e rimandano ai valori fondanti del vivere civile, che la storia del nostro paese, intrisa di cristianesimo, ci ha lasciato in eredità. Il clima è rimasto festoso anche quando alcune persone hanno ingaggiato un breve scambio critico con i membri del servizio d’ordine. Un gruppo di turisti stranieri, dopo essersi informato sul significato della manifestazione, ha applaudito ai manifestanti. E’ stata una nobile e civile manifestazione delle proprie opinioni, degna di un paese democratico, un’iniziativa che forse tra poco non sarà più possibile. Il simbolo di Manif pour Tous (la sagoma di un padre e di una madre con due bambini), stampato sulle magliette indossate da molti manifestanti, ha già portato all’arresto di alcune persone in Francia: con la legge Scalfarotto potrebbe succedere lo stesso in Italia.

Più tardi in Palazzo Vecchio si è svolto un convegno che aveva l’obiettivo di discutere proprio i rischi che la proposta di legge comporta per le libertà personali. Erano stati invitati relatori di alto profilo, tra cui anche l’onorevole Scalfarotto. Né lui, né altri sostenitori del suo disegno di legge si sono presentati: non hanno così potuto rispondere agli argomenti giuridici e politici proposti dall’avvocato Giuliano Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, dal professor Ferrando Mantovani, eminente studioso di diritto penale, dall’on. Carlo Casini, dal dottor Lodolo D’Auria dell’Associazione Famiglie Numerose Cattoliche, dal sottosegretario alla Pubblica Istruzione Gabriele Toccafondi, dall’ex sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano e dal senatore Carlo Giovanardi.

Nei giorni scorsi le due iniziative erano state preventivamente accusate in blocco di “omofobia”. Un buon esempio del significato attribuito al termine dai sostenitori della legge: tutte le opinioni contrarie all’ideologia del gender, al matrimonio tra persone dello stesso sesso, all’utero in affitto … e si potrebbe continuare a lungo. Si criminalizza chi dissente: oggi da un punto di vista mediatico, forse domani con le armi del diritto penale, creando un reato di opinione. Ci si può stupire se qualcuno tra il pubblico del convegno, come chi scrive ha potuto vedere chiaramente, ha vistosamente evitato di essere ripreso dalle telecamere? Per fortuna che tanti altri non hanno avuto paura di metterci la faccia. Per loro la libertà di esprimere pubblicamente le proprie convinzioni sulla famiglia fondamento una società a misura d’uomo è un valore troppo grande per potersi tirare indietro.

Benedetto Rocchi

 

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