12/06/2013

Salvano un bimbo dall’aborto alla loro prima preghiera davanti ad una clinica

Questa settimana ho portato i nostri volontari della  Stand True Pro-life Mission (http://www.standtrue.com/) alla Kettering, la fabbrica di aborti guidata dal tristemente famoso killer di feti quasi a termine, Martin Haskell.
Per quattro di loro era  la prima volta davanti ad un “abortificio”, e ho chiesto loro di scrivere in poche righe i loro pensieri  riguardo l’esperienza fatta. Questi nostri “missionari” gireranno in lungo e in largo gli Stati Uniti, durante la prossima estate, ma per loro la Kettering avrà un significato determinante nella battaglia per mettere fine all’aborto.

Testimonianza di David
Ci sono momenti in cui la realtà della vita colpisce, e se apri il tuo cuore, non puoi fare altro che guardare il mondo in un modo differente. Questa realtà oggi ha colpito me, mentre ero fuori dalla clinica per aborti Kettering per la prima volta. Non mi sentivo impotente, perchè so che Dio opera se noi siamo fedeli, cosa che non sempre accade. Sapevo che Dio avrebbe operato e che conosce ogni persona in profondità,  ma non sapevo che mi sarebbe stato concesso di vedere il cambiamento del cuore di una donna combattuta nella decisione di abortire. Appena arrivati, abbiamo sentito che c’era una madre che si era presentata per abortire, ma esitava lungamente nello scendere dall’auto ed entrare in Clinica. Mentre camminavo verso la strada, con un cartello che diceva “Scegli la Vita”, ho capito  che quella donna stava ancora seduta all’interno della sua vettura e non si decideva. In quel momento mi è parso di sentire che nel cuore di quella madre si stava combattendo una dura battaglia... Non potevo aiutarla, ma mi sono chiesto: “Che succederebbe se durante questo suo combattimento  spirituale, non ci fosse nessuno a pregare per lei?”

Mi sono reso conto che bisogna combattere l’aborto a testa alta. Esiste un luogo di morte spirituale che incentiva la morte fisica dei nostri bambini non nati, e un modo per combattere questa mentalità è impegnarsi ad agire per la vita. Ho tirato su il mio cartello e, pensando a quella madre, mi sono commosso e ho cominciato a pregare per lei. La cosa splendida che è successa è che (segno della potenza di Cristo), poi quella madre ha scelto la vita.
Che valore hanno i nostri giorni se noi non vegliamo e non combattiamo l’omicidio dei più indifesi tra noi? Come cristiano, sto cominciando a comprendere che se non vengo perseguitato per amore di Cristo, allora le mie buone intenzioni si fermano ai confini dell’edificio chiesa. Ho capito che se siamo per Cristo, avremo sempre nemici, ma c’è da aspettarselo, quando si rappresenta un Regno che non è di questo mondo. Anche nella tempesta del mondo,  in Lui sono saldamente in piedi. Grazie a Dio!

Testimonianza di Andrew
Oggi sono stato al Kettering per la seconda volta. La mia prima volta è stata una settimana fa, le cose procedevano molto lentamente. Tuttavia ad un certo punto ho visto una donna incinta, evidentemente molto avanti nella gravidanza, uscire al braccio di sua madre. Mi ricordo che ho pensato: “Ma è terribile! E’ così evidente: dovresti essere consapevole che questa procedura ucciderà qualcuno dentro di te..”.  Ero atterrito,  e speravo di non subire altri colpi così dolorosi nel corso della giornata. Ho quindi cominciato a  pregare. Ho visto cinque donne entrare, e lo stesso numero uscire. Davvero non sapevo che fare. Le immagini crude dei cartelli portati addosso dagli altri amici avrebbero dovuto farle pensare. Lo sai cosa entrano a fare, ma non puoi correre e gridar loro  “Aspetta!”.  Non puoi implorare loro di riconsiderare il loro intento, di prendersi un po’ più di tempo. Non puoi fare altro che offrire tutto al Cielo, e questo è il difficile.
Più tardi, ho visto due uomini robusti arrivare, uscire dall’auto e camminare verso una porta, per accompaganre una donna all’interno. La signora Vivian (la volontaria anziana, che è lì quasi ogni giorno) ha gridato: “ E’ meglio che entriate e che la portiate fuori! Non lasciatela andare dentro.” I due uomini hanno borbottato qualcosa, come se non potessero salire le scale, e hanno continuato a camminare. Questo mi ha fatto un po’ arrabbiare.  Ho pensato “La vostra compagna sta andando verso la peggiore esperienza della sua vita e stanno uccidendo un piccolo. A pezzi,  proprio come il quel bimbo sanguinolento sul cartello che avete sfiorato passando: non potete fregarvene!”
Oggi ho capito quanto sia importante la presenza davanti alle cliniche di aborto. Quanti posti al mondo non hanno una amorevole nonna come Ms Vivian, che ferma le auto per tentare di aiutare le donne, ferite e sole, che escono? Quante cliniche di aborto hanno marciapiedi vuoti, senza nessuno che preghi ogni giorno? Quante di queste cliniche non hanno nessuno che al di fuori offra una speranza e una alternativa alle donne che portano avanti una gravidanza difficile?

Testimonianza di Tori
Oggi è stata la mia prima giornata davanti ad una fabbrica di morte. Non c’ero mai stata. Il mio cuore si spezza per queste donne e l’aborto è uno sterminio che spero finisca. Non sapevo cosa apettarmi, lì davanti. Era terribile vedere quante automobili entrassero e uscissero dal parcheggio di un edificio che sembra uguale a tanti altri, visto da fuori.  Proprio nei primi momenti in cui eravamo lì, abbiamo avuto notizia di una ragazza che prima di decidersi era stata a lungo seduta in macchina, aveva fatto  pochi passi per entrare, ma si era ricreduta ed era tornata a sedersi in auto, ancora più a lungo di prima. Mi sono seduta sul marciapiede, con la clinica alle mie spalle, sulle quali reggevo un cartello che diceva “Scegli la Vita”, leggendo le Scritture e pregando. Ho pregato, immaginando una donna giovane come me e molte altre come lei, sedute nelle loro auto, mentre pativano il conflitto interiore sul da farsi, su cosa
fare con quella vita che cresce dentro di loro. Mentre leggevo  le Scritture, alzando gli occhi mi sono accorta che ero seduta nella “Via del Vigneto”. Ho pensato immediatamente a quel passo della Bibbia che parla della donna come di una vite e dei  suoi figli che si dispiegano  come ramoscelli d’ulivo. Sentivo il cuore sprofondare, nel fare questo accostamento. Giusto dietro a me c’erano bambini che non contano niente, ramoscelli d’ulivo, che stavano per essere strappati. Ero seduta su quel marciapiede sentendomi impotente e guardando a quella linea di demarcazione che non potevo superare. Tutto quello che potevo fare era pregare il Dio che guarisce, perdona e che può superare ogni ostacolo. Stando davanti a quella clinica, tutto ciò che solo immaginavo ha preso una forma reale, per me. Ho associato volti reali a quelli che avevo sempre visto come numeri da statistiche. Questo non era un altro libro, video o volantino pieno di dati numerici. Erano ragazze che andavano e venivano in lacrime, doloranti  e
confuse.
In questi giorni si sente parlare con fin troppa facilità dell’aborto e non del male che lo circonda, e così diventiamo insensibili. Quando ci permettiamo di essere insensibili il senso di realtà sparisce. Non possiamo permettere alla nostra generazione di lasciare che ciò continui. Dio ha ascoltato le tante preghiere inviategli questa mattina, ed è entrato nel cuore di quella giovane donna che, grazie a Lui, stava esitando e combattendo dentro di sé in auto, quando siamo arrivati da lei. Suo figlio è stato salvato! Purtroppo, non tutte le storie hanno un lieto fine, oggi. Oltre a tutte le cose negative che già circondano la fabbrica di aborti, è triste vedere la mancanza di persone che sacrifichino  un po’ di tempo  per dar voce a chi non ha voce.  Sì, bisogna che queste cliniche di aborto diventino il ricordo di un brutto passato... Stiamo parlando di una linea di demarcazione tra la vita e la morte. Che cosa farai oggi per assicurarti che  queste piccole vite possano gioire del loro domani?

Testimonianza di AmberLee
E’ stato molto difficile per me andare alla clinica Kettering, oggi. Mi aspettavo si sentirmi triste e in lutto. Ma quello che non mi aspettavo era di sentirmi impotente.  Via via che scorrevano i minuti, vedevo più e più donne nelle loro auto al parcheggio della clinica, e non importava quanto volessi corrergli incontro e aiutarle. Non potevo farlo a causa di certe regole che impediscono lo sconfinamento dal luogo dove ci è concesso sostare. Era come guardare le pecore che venivano condotte al macello, e tutto ciò che potevo fare era guardare da bordo campo. Tutto il tempo che sono stata lì, sentivo il cuore  come se me lo stessero schiacciando, l’unica cosa che riuscivo a pensare erano quei poveri piccoli ed innocenti mandati a morire e alle donne che, così, vengono emotivamente distrutte, per sempre. In un certo modo il mio fervore, e l’entusiasmo di issare il mio cartello “Scegli la vita” che avevo poche ore prima, erano completamente svaniti. Mi sentivo non solo impotente, ma senza più speranza.
Ad un certo punto però ho sentito che una giovane mamma aveva deciso di non abortire, e se ne era andata via dalla Kettering. Immediatamente tutto ha cambiato prospettiva. Tutte le preghiere del gruppo, l’alzare i cartelli, non erano state spesi invano. Un bimbo, una vita umana innocente, oggi è stata salvata, e mi ha ricordato che se anche è un solo bimbo oggi, o un bimbo questo mese, o quest’anno, tutto ciò che è fatto per salvare quella vita vale e sempre varrà la pena.
Così, anche se oggi è stata una giornata emotivamente pesantissima, è finita in crescendo, è stat un’esperienza profonda. Mi ha mostrato quanto sia importante ogni singolo atto in difesa della vita. Anche quando sembra che non stai facendo la differenza, qualcuno, da qualche parte, viene raggiunto e colpito dal tuo messaggio.

Vi chiediamo di continuare a pregare per il nostro gruppo di Stand True Pro Life Mission, perchè splenda la luce della verità nel buio della cultura dell’aborto.

Traduzione a cura di Roberto Paludetto

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeNews in lingua inglese

di Bryan Kemper

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