10/03/2020

Pisa, le “democratiche” di Non Una di Meno imbrattano farmacia che non vende la pillola del giorno dopo

«Non abbiamo mai venduto la pillola del giorno dopo, perché mio padre non era d’accordo ma a questo punto non erano mai arrivate, in passato abbiamo anche subito recensioni negative su Facebook». A parlare è Alessandra Sassetti, figlia di Ottavio Sassetti, titolare della farmacia Petri, di Pisa, l’unica in tutta la città in cui non si vende la pillola del giorno dopo e che ci descrive le vessazioni ricevute dal collettivo “Non una di meno” che qualche giorno fa ha imbrattato di rosso e nero i muri esterni e la soglia della farmacia con la scritta “Sul mio corpo decido io”.

La farmacia è ormai da anni presa di mira per la scelta del titolare considerata evidentemente troppo “controcorrente” rispetto al contesto attuale. Addirittura, in passato, si sarebbe verificata una sorta di “retata” da parte di alcune femministe che avrebbero avuto l’ardire di recarsi in farmacia e chiedere più volte se la pillola del giorno dopo non fosse disponibile al momento o non venisse proprio ritirata. Alla risposta della dottoressa: «La pillola del giorno dopo non la abbiamo», il giorno successivo, davanti alla farmacia, sarebbe stato piantato uno striscione con la risposta della dottoressa riportata pari pari tra virgolette.

In passato, inoltre, sarebbero stati attaccati dei poster davanti alla farmacia con le scritte “obiezione respinta”, “del mio copro faccio quello che voglio”.

 Una vera e propria persecuzione che va avanti da un po’ di tempo, insomma, perché, come afferma Alessandra, si è in pochi ad opporsi alla cosa e si desidera evidentemente annullare anche quell’unica esperienza di libertà di pensiero che ancora resiste. Una situazione che vivono molti medici e farmacisti obiettori, marchiati a vita perché cercano di difendere semplicemente la vita, del nascituro e della donna. Cosa, quest’ultima, che evidentemente sta poco a cuore proprio a chi rivendica di lottare per il bene della donna o si illude di farlo.

 

di Manuela Antonacci

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