25/02/2020

Pillole abortive un dono di Dio. Campagna choc, ma la Diesel non ci sta

Inizialmente si pensava che fossero le immagini della nuova campagna Diesel “Misopolis, aborti per una vita di successo” (a causa di un sito internet indicato su un lato dell’immagine che sembrava rimandare alla Diesel ma che in seguito si è scoperto non c’entrare nulla con l’azienda di Renzo Rosso) solo dopo è emerso che si trattava di una campagna dell’associazione olandese “Woman on Waves”, che promuove l’aborto in tutte le sue forme.

Per capire lo spirito che muove tale associazione, basta analizzare l’immagine in questione che non si “limita” ad usare il sacro per fini pubblicitari ma è apertamente blasfema: sullo sfondo un altare davanti al quale è seduta una specie di robot femmina che inserisce con aria “simil devota” nella bocca della modella sdraiata ai suoi piedi, come se si trattasse dell’eucaristia, quella che in realtà, dallo slogan scopriamo essere, niente di meno che una pillola abortiva, la Misoprostol, mentre due modelle, di fianco, fingono di essere in preghiera. E con sotto uno slogan ancora più esplicito: “Pillole abortive, un dono di Dio”. Ma non finisce qui, perché tanto per finire di calpestare al meglio ciò che i cristiani hanno di più caro, come non prendere di mira anche il culto mariano? Ed ecco che in un altro scatto ritroviamo “l’Immacolata contraccezione”: “Quando le bolle scoppiano, succedono le gravidanze indesiderate” (dove le bolle sono i preservativi).

I commenti sarebbero superflui, ma qualcosina, a questo punto è proprio necessario dirla: perché a “certuni” tutto è permesso, anche fare a pezzi il sacro, ma guai ad alzare la voce perché si viene etichettati pure come bigotti, ultracattolici, intolleranti. E come mai non si irridano i dogmi di altre religioni i cui adepti sono decisamente più “reattivi”, è lecito chiederselo, ma forse si tratta di un’attitudine che fa rima con vigliaccheria.

Peraltro parliamo di un’associazione, Women on Waves”, nata nel 1999, con sede ad Amsterdam molto nota, perché per lavorare utilizza una nave: in che senso e in che modo? Anche qui c’entra molto la viltà: infatti l’imbarcazione prende a bordo le donne che vogliono abortire in paesi la cui legge non lo permette e, dopo averle portate in acque internazionali, esegue le interruzioni di gravidanza. Dunque, se sei rimasta incinta e consideri la tua gravidanza indesiderata, anche se te la stai cavando benone dal punto di vista della salute, ma consideri il tuo bambino un problema per ragioni pratiche che esulano da quelle meramente legate alla salute, ecco che arriva, addirittura anche in nave, “Women on Waves” che ti libera del tuo “peso”.

Dal canto suo, la Diesel di Renzo Rosso, non è stata a guardare, ma, anzi, ha immediatamente fatto mandare dall’ufficio legale di “Women on Waves” l’intimazione a chiudere il sito dieselforwomen.com per violazione delle leggi sui marchi. Evidentemente non tutte le ciambelle escono col buco!

 

di Manuela Antonacci

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