24/06/2013

Per la salute delle donne e dei neonati sono meglio i paesi contrari all’aborto

Uno studio pubblicato dal Journal of American Physicians and Surgeons esamina i casi dell’Inghilterra e dell’Irlanda che hanno legislazioni opposte sull’aborto. Con risultati sorprendenti

Circa una donna su tre in Inghilterra ricorre all’aborto almeno una volta nella sua vita. In Irlanda circa una su dieci. È una delle conclusioni contenute in uno studio appena pubblicato dalla rivista scientifica Journal of American Physicians and Surgeons e condotto da Byron C. Calhoun (West Virginia University-Charleston), John M. Thorp (University of North Carolina) e Patrick Carroll (del britannico Pension and Population Research Institute). Prendendo in considerazione le popolazioni femminili dei paesi del Regno Unito, che hanno diverse legislazioni sull’interruzione volontaria di gravidanza, la ricerca dei tre sfata alcuni miti sull’argomento.

MORTALITÀ MATERNA. In Irlanda per esempio, dove l’aborto è permesso solo in caso di rischio di vita della donna, il numero degli aborti continua a rimanere basso, nonostante le donne siano libere di andare in Inghilterra per interrompere la gravidanza. Ma non è tutto. Perché secondo i tre studiosi la mortalità materna per le donne inglesi è doppia rispetto a quella delle irlandesi. L’esatto contrario di quanto teorizzano gli abortisti, che accusano i movimenti pro life di crudeltà nei confronti delle donne: in Inghilterra, dove le regole sull’aborto sono tra le più blande al mondo, negli ultimi dieci anni il tasso medio di mortalità materna è stato di 6 su 100 mila, in Irlanda di 3 su 100 mila.

PARTI PREMATURI. Un altro dato interessante rilevato dalla ricerca riguarda il rischio di parti prematuri (con relativo pericolo di paralisi cerebrali): anche questo è maggiore nei paesi che hanno “liberalizzato” l’aborto. In Irlanda, invece, il numero dei neonati in salute è più alto: «Negli ultimi quarant’anni di aborto legale nel Regno Unito l’interruzione di gravidanza è cresciuta parallelamente alle morti al parto, ai parti prematuri, ai nati sottopeso e alle paralisi cerebrali». Mentre in Irlanda accade appunto il contrario. Alla pratica dell’aborto si è dunque associata nel tempo una minore attenzione al valore del bambino e della madre.

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di Benedetta Frigerio

Festini

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