03/06/2016

Omosessuali in aumento negli USA?

Intrattenere rapporti omosessuali è normale. E’ questo il succo di quanto le potenti lobby LGBT vanno affermando oramai da molti anni, a ogni livello della società e ad ogni latitudine (si veda qui, qui e qui).

L’importante, sostengono, è che ci si voglia bene: Love is love“, tutto il resto non conta. Buonsenso e dati di realtà inclusi.

Lungi da noi confutare le conclusioni degli professori americani citati in questo articolo. Ma c’è un ‘ma’. La tecnica delle finestre di Overton prevede anche l’esagerazione dei dati e dei numeri e le ‘conclusioni scientifiche’ ideologicamente manipolate. Tanto per fare un esempio strettamente connesso al tema, i famosi ‘Rapporti Kinsey’ degli anni ’50, che hanno contribuito in modo determinante a sdoganare ogni forma di perversione nell’opinione pubblica, sono stati tecnicamente e scientificamente ampiamente sbugiardati. Ma la propaganda mediatica li ha fatti giungere fino ai giorni nostri come verità rivelata (... un po’ come i numeri degli aborti clandestini...). Fatta questa premessa, possiamo leggere le conclusioni della ricerca che andremo a illustrare cum grano salis. Dicevano i saggi “Pensa bene che non pecchi, pensa male che ci azzecchi”.

Può anche essere, in effetti, che la continua pressione delle lobby omosessuali – ancora più insidiosa in quanto subdola, nascosta sotto i gioiosi veli arcobaleno e dietro la bufala della ‘lotta alle discriminazioni’ – abbia naturalmente una ricaduta a livello sociale. Con il passare del tempo si crea infatti una determinata mentalità e quanto, fino a poco tempo prima, veniva considerato inaccettabile, tende piano piano a diventare normale (sempre secondo le famose ‘finestre di Overton’).

Una recente ricerca sugli USA pubblicata sull’Archives of Sexual Behavior è, in tal senso, assai esplicativa: dagli anni Novanta è raddoppiata la percentuale di persone adulte americane che ha avuto rapporti omosessuali.

A dirlo Jean Twenge, professore di Psicologia alla San Diego State University, con i colleghi Ryne Sherman della Florida Atlantic University e Brooke Wells della Widener University. I tre ricercatori hanno analizzato i dati del General Social Survey, “un sondaggio rappresentativo a livello nazionalescrive AdnKronossu oltre 30.000 adulti interrogati sul loro giudizio in merito ai rapporti omosessuali dal 1973 e sulle loro esperienze ‘di letto’ dal 1989“.

Ebbene, l’8,2% degli uomini (era il 4,5% nel 1989) e l’8,7% delle donne (era al 3,6%) hanno riferito di aver avuto almeno un rapporto omosessuale. La differenza più macroscopica tra i rapporti omosessuali tra uomini e tra donne sta nel fatto che le seconde tendono a limitare tale atteggiamento all’epoca giovanile, cosa che invece non avviene per gli uomini.

La percentuale di chi fa sesso sia con uomini che con donne è salita dal 3,1 al 7,7%.

Per quanto riguarda invece il giudizio degli intervistati in merito ai rapporti omosessuali, “tra il 1973 e il 1990, la percentuale di adulti convinti che i ‘rapporti sessuali fra due adulti dello stesso sesso non siano sbagliati’ è passata dall’11% al 13%. Da allora a oggi, tuttavia, questa accettazione è arrivata al 49% fra tutti gli adulti e al 63% fra i Millennials [persone nate tra la fine degli anni Ottanta e l’11 settembre, ndR], nel 2014“.

Il commento dei ricercatori ai risultati cui sono giunti fotografa bene l’opinione corrente: “Questi grandi cambiamenti di atteggiamento e comportamento – hanno affermato – si sono verificati da poco più di 25 anni, il che suggerisce un rapido cambiamento culturale [...]. Queste tendenze sono un altro elemento di prova che la cultura americana è diventata più individualista...“.

Gli atti e i rapporti omosessuali sono dunque sempre più diffusi, in quanto considerati ‘normali’. E chi osa avanzare un’opinione che si discosti da questo diktat delle lobby LGBT viene subito zittito e appellato come ‘omofobo’.

Ed è così che la disponibilità al sacrificio e al dono di sé, base dell’amore sincero e fedele, ha lasciato il passo al godimento effimero e fugace. La moralità in campo sessuale e il pudore sono stati soppiantanti dal “Prohibido proibir” e dalla corsa al libertinaggio più estremo. Questi i dati di fatto, posti ora anche sotto la lente d’ingrandimento della ricerca statistica.

Ma, tutto questo, se è vero,  è progresso di civiltà oppure è una corsa – sempre più veloce e difficile da fermare – verso il baratro?

Redazione


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