08/10/2014

Obiezione di coscienza: diritto negato. Solidarietà a un’infermiera di Voghera

Ha esercitato il diritto d’obiezione di coscienza, non per motivi religiosi, ha detto un’infermiera dell’ospedale di Voghera. Non conosciamo il suo nome, ma sappiamo che ha negato la pillola del giorno dopo a due ventenni, nei giorni scorsi (qui la notizia ANSA).

Ovviamente aggredita e vituperata dalla stampa politicamente corretta, viene minacciata di azioni civili, penali e disciplinari da parte dell’ospedale (si rivolga ai Giuristi per la Vita ed a Pro Vita!).

Il punto cruciale della questione è che alcuni bugiardi matricolati (che magari esercitano la professione medica) affermano – sapendo di mentire – che la pillola del giorno dopo è “contraccettiva”, mentre, se dopo rapporto sessuale è avvenuta la fecondazione, la pillola causa un aborto.

Senza contare le controindicazioni per la salute delle donne che le assumono con estrema superficialità. Purtroppo queste bugie sono sostenute in modo plateale da molte facce di bronzo che arrivano fino al TAR che ha respinto il nostro ricorso contro la correzione apportata al bugiardino della Norlevo (ma il Consiglio di Stato ha aperto uno spiraglio: si può sperare in una rivisitazione della questione).

Contro tutti costoro c’è solo da gridare il più forte possibile la verità, e sostenere con tutto il cuore la scelta coraggiosa di persone eroiche come quell’infermiera di Voghera.

Redazione

 

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