08/09/2021 di Manuela Antonacci

L’utero in affitto sbarca in Italia?

Non bastava ciò che è accaduto lo scorso week-end in Francia, con “Désir d’Enfant” (Desiderio di un figlio) una vera e propria fiera di propaganda di utero in affitto e fecondazione assistita. Come ha riportato anche Avvenire, un vero e proprio mercato umano che sta per realizzarsi, purtroppo, anche in Italia. E sì perché dopo le date di Parigi dello scorso 4 e 5 settembre, ora spunta anche la data italiana del 14 e 15 maggio 2022 a Milano, “Un sogno chiamato bebè”.

Ma noi diciamo piuttosto un incubo ad occhi aperti che sorprende, perché in Italia, l’articolo 12 della legge 40 prevede il carcere o la multa per chiunque «in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità». E invece, per l’evento in questione, esiste già un sito internet, un modulo di iscrizione e si specifica pure che l’ingresso è gratuito e c’è la possibilità di abbonarsi a una newsletter per restare aggiornati. Insomma, si infrange la legge e anche alla luce del sole!

Insorge, inoltre, il Centrodestra, compatto: “Se ne facciano una ragione: i bambini non si vendono e le mamme non si affittano. Uno sfacelo morale che in nome della libertà di procreare e dell’uguaglianza delle coppie trasforma il corpo delle donne e il neonato in merce di scambio [..] Non si dia spazio alle compravendite di bambini, né a Milano, né in tutta Italia”, ha dichiarato Simona Baldassarre, Eurodeputato e Responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega. A lei fa da eco Olimpia Tarzia (Fi) “Va fermato con determinazione l’enorme business che sta dietro alla maternità surrogata che tenta di sbarcare apertamente e disinvoltamente in Italia”. Un vero e proprio scempio, quello che rischia di compiersi a Milano, dove, sul modello francese, le varie aziende che guadagnano profumatamente con la compravendita di gameti, di embrioni e di utero in affitto si sono date tutte appuntamento. Il mercimonio della vita con tanto di gigantografie di famiglie sorridenti e di volantini colorati e cataloghi, da cui scegliere i donatori di gameti e persino suggerimenti per risparmiare sull’acquisto del proprio embrione, come se si fosse in un mobilificio.

Per questo, ci auguriamo, che questo scempio venga fermato a tutti i costi, perché illegale e perché lede i più elementari diritti umani che sono alla base della nostra Costituzione.
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