02/08/2019

L’istinto materno è incancellabile: i risultati di uno studio americano

 

L’istinto materno è davvero presente nel cervello femminile. A dimostrarlo è uno studio della Louisiana State University (LSU), secondo il quale nella mente delle femmine si trova una notevole quantità di cellule sensibili all’ossitocina, un ormone che condiziona i comportamenti legati alla cura e all’affetto per i figli e che, nel cervello maschile, è presente in quantità minore. Lo studio della LSU ha avuto luogo su cervelli di topi, di sesso sia maschile che femminile.

Negli ultimi anni, l’azione dell’ossitocina sui tessuti cerebrali è stata oggetto di ricerche approfondite, finalizzate in modo particolare a una possibile cura dell’ansia, dei disturbi dello spettro autistico e della depressione post partum. «Molti ricercatori avevano già tentato di studiare la differenza tra il sistema dell’ossitocina nelle femmine, comparato a quello dei maschi, ma finora nessuno aveva conseguito risultati soddisfacenti. La nostra scoperta è stata una grande sorpresa», ha dichiarato Ryoichi Teruyama, professore associato del Dipartimento di Scienze Biologiche della LSU, che ha coordinato la ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One [https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0219784].

Le cellule del recettore dell’ossitocina sono presenti nell’area del cervello che si ritiene sia coinvolta nella regolazione del comportamento materno. Inoltre, l’espressione dei recettori dell’ossitocina in queste cellule è presente solo quando è presente anche l’estrogeno. Ciò dimostra che queste cellule inducono il comportamento materno. Inoltre, lo studio conferma la connessione tra un’espressione alterata dei recettori dell’ossitocina e la depressione post partum, di cui soffrirebbe tra il 10% e il 20% delle madri. Quest’ultima incide negativamente sulla salute materna e ha effetti negativi sullo sviluppo del bambino. Ulteriori studi hanno rilevato che i figli di madri depresse presentano una maggiore propensione a problemi cognitivi, emotivi, comportamentali e medici.

La recente scoperta della LSU apre le porte a potenziali nuove cure e trattamenti farmacologici per la depressione post-partum mirati alle cellule del recettore dell’ossitocina. «Penso che la nostra scoperta possa avere un carattere universale per tutti i mammiferi che mostrano un comportamento materno, compresi gli umani», ha aggiunto il professor Teruyama.

Oltre a rappresentare una speranza per la salute delle donne, lo studio condotto dall’équipe di Teruyama è anche una conferma dell’ineludibilità dell’istinto materno femminile, come dato biologico che nessuna ideologia femminista o gender potrà mai cancellare.

Luca Marcolivio

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