31/05/2018

La Rete Ready perde un altro pezzo: esce il Friuli

La Rete Ready, network tra le pubbliche amministrazioni nato nel 2006 per – di fatto – sostenere la propaganda delle lobby LGBTQIA(...), perde un altro pezzo: questa volta a uscire è il Friuli Venezia Giulia. 

La decisione, riporta Il Piccolo, è stata presa ieri dalla Giunta regionale nel quadro di «un riesame delle politiche regionali relative ai temi dell’inclusione sociale e delle pari opportunità». Si tratta di una delle prime azioni del neoeletto presidente leghista Massimiliano Fedriga, pienamente appoggiata dai suoi collaboratori ma ovviamente criticata da chi è scettico rispetto alla sua elezione.

Alessia Rosolen, assessore regionale al Lavoro, formazione, istruzione, famiglia, ricerca e università ha infatti affermato: «Le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità. Ogni altra iniziativa sul tema rischia di essere solo un indebito indottrinamento».

Per la controparte, è la deputata Debora Serracchiani a manifestare il suo dissenso: «Prima giunta e primo passo del presidente leghista Fedriga verso l’intolleranza. Ci si può nascondere dietro una cortina di parole ma questo è il segnale che da oggi in Friuli Venezia Giulia le minoranze di qualsiasi genere saranno meno garantite».

Un ragionamento, quello dell’ex governatrice (presidente del Friuli dal 2013 al 2018), che mostra di non aver chiaro il vero fine della Rete Ready. Eppure basta leggere la Carta degli Intenti per individuare i due principali obiettivi di questa unione tra amministrazioni: «Promuove presso le Pubbliche Amministrazioni un’attenzione permanente all’emersione dei bisogni della popolazione Lgbt e opera affinché questi siano presi in considerazione anche nella pianificazione strategica degli Enti; diffonde i propri obiettivi e le esperienze realizzate nel territorio nazionale attraverso idonee campagne di comunicazione sociale; promuove nuove adesioni alla Rete e la realizzazione di azioni positive».

Non si parla di “diversità” in senso ampio, ma ci si riferisce esattamente alla “popolazione Lgbt”. Ci domandiamo: c’è realmente bisogno di questo, soprattutto nelle nostre scuole? E l’omofobia è veramente un fenomeno così diffuso? Ancora: per non discriminare la lobby Lgbt, è giusto discriminare tutti coloro che la pensano diversamente? Le domande sono ovviamente retoriche...

Applaudiamo dunque a Fedriga e alla sua Giunta, registrando come la tendenza ad abbandonare la Rete Ready si sia ultimamente rafforzata: PistoiaTrieste, Piacenza, Sesto San Giovanni sono solo gli ultimi comuni virtuosi (e coraggiosi!) che hanno ritirato la propria adesione. Speriamo che la decina di amministrazioni che ancora ne fanno parte si muovano presto nella stessa direzione.

Redazione

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.