L’ultimo Youth Risk Behaviour Survey (YRBS – un sondaggio di verifica del grado di rischio del comportamento sessuale giovanile) del Center for Disease Control and Prevention, ha prodotto dei dati piuttosto sorprendenti, soprattutto per i colossi abortisti che tifano per la contraccezione. È emerso che tra il 2013 e il 2017, la percentuale di studenti delle scuole superiori che hanno avuto rapporti sessuali è scesa dal 47 al 40% – al minimo storico nei 26 anni di storia dell’YRBS.
Dal rapporto è emersa una diminuzione nell’attività sessuale tra i due sessi, per tutti i livelli scolastici e tutti i gruppi etnici. Il dato interessante, però, è un altro: il tasso di utilizzo dei contraccettivi tra gli studenti delle scuole superiori è rimasto sostanzialmente invariato durante questo periodo di tempo. Ora, dal 1990 è risultato anche, sorprendentemente, un crollo del tasso di gravidanze impreviste tra adolescenti del 63%. L’incrocio di questi dati non può che condurre a una conclusione: la riduzione delle gravidanze tra i teenagers non è merito dei contraccettivi ma della diminuita attività sessuale.
A ciò si aggiunge un recente rapporto del Medical Journal of Australia secondo il quale molte delle donne che hanno rapporti sessuali “protetti”, finiscono comunque per rimanere incinte. I dati pubblicati nel rapporto provengono dai risultati di un sondaggio nazionale a campione nei confronti di donne australiane di età compresa tra i 18 ei 45 anni. Risultati: 4 donne su 10 che affrontano una gravidanza non pianificata si erano affidate alla contraccezione. Insomma dobbiamo sempre fare la parte di quelli che: “noi l’avevamo detto” (e anche più volte, studi alla mano).
LifeNews riporta la puntuale invettiva di Thomas Peters, di CatholicVote.org, a fronte dell’ostinazione dei colossi abortisti a propagandare la contraccezione senza se e senza ma: «Di fronte ai numeri grezzi che l’uso di contraccettivi non esclude gravidanze “non pianificate”, Planned Parenthood risponde dicendo che abbiamo bisogno di un maggior uso di contraccettivi. È come una definizione da manuale della follia: fare la stessa cosa più e più volte e aspettarsi un risultato diverso».
Redazione