13/10/2017

Gender in crisi: il Bus è scomodo!

Incredibile ma vero: il Bus ha fatto colpo... ed i sostenitori del Gender sono furibondi! Dal 23 al 30 settembre, grazie ad un’iniziativa di CitizenGo/Generazione Famiglia, è circolato per l’Italia il Bus della Libertà. Un veicolo sul quale era semplicemente scritto l’ovvio: “I bambini sono maschi e le bambine sono femmine”.

Eppure l’ovvio risulta essere molto scomodo (“La verità ti fa male – caro Gender – lo sai!”), specialmente a chi intende insegnare ai bambini nelle scuole che si possono considerare maschi o femmine a loro piacimento, indipendentemente dal dato biologico.

Il Bus ha viaggiato, lo abbiamo seguito e ci siamo uniti a lui nell’intento concorde di difendere la verità. Con lui, simbolicamente, eravamo tutti noi che abbiamo a cuore le nuove generazioni, che non vogliamo un futuro schiavo sotto il dominio della dittatura del pensiero unico, noi che non vogliamo il Gender nelle scuole!

Con lui siamo stati criticati, biasimati, ostacolati – vedi quanto accaduto a Napoli – ed ora anche imbavagliati! Eh già. Pare che l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP)  mercoledì 4 ottobre abbia notificato un’ingiunzione a desistere dalla diffusione di questa campagna pubblicitaria.

Lo IAP, ente che giudica solo le comunicazioni di natura commerciale, ha esteso ultimamente la sua competenza anche alla comunicazione sociale, motivo per cui – spiega CitizenGo, illustrando l’accaduto – “non agisce più per tutelare inseressi economici dei consumatori, ma per tutelarne le “idee“, come se esistesse una sorta di presunto ordine culturale pubblico. Di fatto, come nel nostro caso, decidendo come dire una cosa lo IAP decide che cosa si deve dire. E che cosa non si deve dire. Senza giri di parole, si tratta di censura ideologica esplicita”.

Cosa contesta lo IAP? A detta sua, pare che la campagna pubblicitaria in questione violi l’articolo 10, offendendo “convinzioni morali, civili e religiose”, e l’articolo 11 che invita ad avere cura dei messaggi rivolti ai bambini per non danneggiarli.

Premesso che l’iniziativa del Bus è stata esattamente motivata precise convinzioni morali (altro che offesa all’art. 10), ci sarebbe da chiedersi se un Bus che proclama una verità evidente (diversamente dalla teoria Gender) possa danneggiare i bambini più di tanti bus che vagano indisturbati nella Capitale e in altre città italiane con immagini che sponsorizzano il Gay Pride e il Gay Village!

Ora CitizenGo rischia di essere “buttata fuori” dalla rete delle comunicazioni sociali, di cui lo IAP è padrone indiscusso visto il suo ormai illimitato controllo... ma non tutto è finito. CitizenGo ha annunciato che non si arrenderà e continuerà con coraggio a portare avanti la sua battaglia, che è anche la nostra battaglia, quella per la libertà di educare i nostri figli alla conoscenza della loro reale identità.

L’ingiunzione a desistere viola profondamente la libertà di pensiero... ma non è forse questo l’obbiettivo della menzognera teoria Gender? E allora, che aspettiamo? Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a CitizenGo e non lasciamoci intimidire!

Luca Scalise


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