23/04/2020

Gandolfini: «Ecco le proposte che abbiamo mandato al Governo per la Fase 2 della Famiglia»

Si avvicina la data del 4 maggio e, dunque, della fine del lockdown totale per l’Italia nel contrasto al nuovo coronavirus. Si entrerà, dunque, in una nuova fase che per adesso vede scoperte e poco tutelate i nuclei familiari. Massimo Gandolfini, presidente del Family Day-Comitato Difendiamo i Nostri Figli, ha definito le misure del governo per la fase due “totalmente prive di prospettiva familiare”. Pro Vita & Famiglia lo ha intervistato sul tema.

 

Gandolfini, lei ha lanciato un appello come portavoce del Family Day affinché il Governo prepari una “Fase 2 a misura di famiglia”, denunciando l’attuale mancanza di tale prospettiva nelle misure allo studio. Qual è secondo lei il problema?

«Guardi, le faccio un esempio concreto: il Governo sta immaginando come far ripartire il lavoro, la filiera produttiva, le imprese, l’industria. Tutto assolutamente ottimo, perché con prudenza si deve ripartire forse siamo già in ritardo. Questa viene chiamata la “Fase 2 del lavoro”. Poi però sentiamo dire che la “Fase 2 delle scuole” prevede che le scuole restino chiuse, perché il Governo, di fatto, non ha idea o non si sente in grado di consentire una riapertura controllata in qualche modo in sicurezza. Prendiamo atto ma ci chiediamo: come fate a non capire che il lavoratore che potrà tornare in ufficio e l’alunno che non potrà tornare a scuola altri non sono che il genitore e il figlio del medesimo nucleo familiare? Ed ecco il nostro appello: non può esistere una Fase 2 del lavoro staccata da una Fase 2 della scuola e della fascia giovane della popolazione. Le due cose devono andare insieme in una grande e coordinata “Fase 2 della famiglia”, che noi chiediamo come Family Day con proposte concrete»

A chi avete indirizzato queste proposte, concretamente? E quali feedback avete ricevuto?

«Il nostro obiettivo è che su questo problema sociale si crei la massima condivisione politica, per quanto possibile. Abbiamo recapitato le proposte al Ministro Bonetti e stiamo interloquendo sia con le opposizioni, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e UDC, che con alcuni esponenti della maggioranza affinché la famiglia non si trasformi in un campo di battaglia. Quanto alle risposte, le parole non contano niente: le famiglie valuteranno quali misure concrete saranno discusse, quali saranno bocciate dal Governo e se quelle approvate saranno sufficienti»

Arrivando al dunque, quali sono le proposte del Family Day per la “Fase 2 della Famiglia”?

«Primo: 200 euro al mese per ogni figlio sotto i 15 anni, indipendentemente dal reddito dichiarato perché oggi, con la devastazione economica in corso, quelle dichiarazioni non corrispondono più al reale. Per ogni figlio dopo il terzo, fino a 20 anni, altri 100 euro una tantum. Le faccio un esempio: se una famiglia ha cinque figli, di cui tre minori di 15 anni e due maggiori, la famiglia riceverà 600€ al mese per i tre più 200 una tantum per gli altri due. Secondo: estendere i congedi parentali almeno fino a tutto giugno, aumentando l’indennità dal 50 all’80% dello stipendio. Terzo: sgravi fiscali e sussidi per acquisto di materiale tecnologico necessario a sostenere la didattica a distanza, che per inciso il Ministero dell’Istruzione ha totalmente addossato sulle spalle e la buona volontà di famiglie e docenti, senza un reale coordinamento e aiuto. Quarto: organizzare una rete sociale in accordo coi Comuni per individuare strutture e personale per l’intrattenimento dei figli piccoli questa estate, poiché molto genitori hanno esaurito già ora le ferie per poter restare a casa. Quinto: riapertura graduale dei parchi e delle ville per i bambini, con tutte le più opportune norme di sicurezza. I bambini hanno raggiunto il livello massimo di sopportazione di questa clausura forzata, un’ora di aria aperta al giorno è necessaria e dobbiamo fare in modo che ce l’abbiano»
 
Parlando di scuola, avete lanciato un allarme sulla crisi delle scuole paritarie causata dall’interruzione forzata del pagamento delle rette. Quali sono le vostre richieste in merito? E come pensate di portare il Governo a comprendere l’urgenza e la necessità di un intervento tempestivo in questa direzione?

«Immaginiamo lo Stato con una casa e il sistema scolastico come un grande albero che cresce nel suo giardino. Se si spezza il ramo scolastico delle paritarie, crolla sul tetto della casa e manda tutto in frantumi. Le scuole paritarie garantiscono l’istruzione, cioè un servizio pubblico, a circa 900.000 tra alunni e studenti, dando lavoro a quasi 200.000 impiegati. Questi ‘argomenti’ non hanno bisogno di spiegazione: se crollano le paritarie, crolla la scuola. Noi pertanto chiediamo al Governo tre cose: uno, istituire un fondo nazionale per sostenere i casi più urgenti; due, disporre la detraibilità delle rette scolastiche alle paritarie; tre, mettere in agenda la fissazione del costo standard per alunno per il finanziamento del sistema scolastico pubblico, che è reso tale sia dagli istituti a gestione statale sia da quelli a gestione privata. Come vuole la stessa legge 62 del 2000, scritta e mai applicata».

 

di Manuela Antonacci

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