23/08/2020 di Francesca Romana Poleggi

Per i gay avere un figlio è uno status symbol

Una dichiarazone del regista israeliano Yuval Hadadi ha suscitato molte polemiche nel mondo Lgbt.
 
Hadadi, che ha fatto un film in cui si narra della crisi di una ricca coppia gay dovuta al fatto che uno dei due desidera un figlio, ha affermato che nel mondo arcobaleno c'è una certa  «pressione» per emulare star come Tom Daley e Elton John che hanno il «il tempo, i soldi e l'ambizione» per comprare bambini.
 
Un articolo del Daily Mail, che riporta la notizia, dà ampio spazio alle critiche a questa affermazione che provengono soprattutto da esponenti delle organizzazioni che fanno business procurando figli ai gay attraverso la compravandita di gameti e uteri. 
 
Michael Johnson-Ellis, co-fondatore di  TwoDads UK,  ha detto che nessuno di coloro che compra bambini (lui non usa questa espressione, dice "ricorre alla maternità surrogata" che suona meglio)  lo fa «come l'acquisto dell'ultimo Rolex, o di una Bentley».  Insomma contesta la convinzione di Hadadi che ritiene che per i gay avere un figlio sia uno status symbol
 
Intanto però lo stesso articolo fa un lungo e dettagliato elenco di tutti i gay vip che hanno comprato uno o più bambini, accennando anche alle cifre stratosferiche che gli è toccato sborsare. 
 
Lo stesso Michael poi dice che diventare padre è un dono e che i bambini non vanno oggettivizzati: ohibò! Siamo perfettamente d'accordo. Ma da quando in qua i doni si pagano? E comprare gameti, pagare una donna per partorire un bambino e consegnarlo a chi paga, non è oggettivizzare il piccolo? Insomma, come fanno a dire che l'utero in afftitto  non è di fatto una compravendita di bambini?
 
Un altro dei personaggi intervistati dal Daily Mail dice: «sappiamo quanta gioia un bambino può portare e volevamo averne un po', esserne parte». Questo spiega bene la confusione che regna nel mondo del "diritto al figlio". Un bambino certamente di fatto porta tanta gioia ai genitori. Ma non si fanno i figli per ricevere gioia: I figli non sono strumenti con cui si può raggiungere un fine. 
Le persone non possono essere usate ( a meno che non accettiamo l'esistenza di persone di serie B): non sono mezzi, sono esse stesse dei fini. Chi genera - con amore - lo fa per dare ai figli cura, affetto, educazione, cultura. Amare è dare, senza aspettarsi di ricevere nulla in cambio.
 
Ma chi  (gay o etero non cambia nulla) arriva a concepire l'idea che si possa pagare per avere un figlio, viaggia su tutta un'altra lunghezza d'onda. 
Poveri bambini.
Perché poi, essi insieme a tanta gioia portano anche tante preoccupazioni, tanta responsabilità, tanta stanchezza e portano via tanto tanto tempo... e chi li ha voluti per ricevere la gioia è disposto poi a tenersi il "pacchetto completo"? 
Non è un caso che i bambini "imperfetti" nati con l'utero in affitto vengano sistematicamente abbandonati dai compratori.
 
Nell'articolo del Daily Mail abbiamo poi constatato la assoluta incapacità di distinguere tra l'infertilità (o la sterilità) che può appartenere ad alcune coppie eterosessuali e l'impossibilità oggettiva e assoluta di generare che appartiene a tutte le coppie omosessuali: questi, come niente fosse, ritengono di aver diritto all'utero in affitto, con il contributo del servizio sanitario nazionale, esattamente come le coppie etero hanno diritto alle cure per la fertilità... 
 
E infine, un'ultima nota a margine. 
I gay non si rendono conto - o non vogliono rendersi conto - che sono essi  stessi strumentalizzati, manipolati e usati, dalle fabbriche di bambini (cliniche della fertilità, intermediari nell'affitto di uteri, banche dei gameti, ecc.).
Questo business milionario usa i gay per promuovere lo sdoganamento e la legalizzazione dell'utero in affitto: sanno bene che la lobby gay ha un grosso potere economico e mediatico e si pone come capofila tra le "vittime" di discriminazioni che chiedono "uguaglianza di diritti".
Se le stesse istanze fossero presentate dagli etero non avrebbero la stessa considerazione nell'opinione pubblica e tra i politici. E così in alcuni Stati si è arrivati alla legalizzazione del turpe mercimonio: sono contente pochissime coppie gay, ricche, che rivendicano il diritto al figlio. Ma i soldi veri, lorsignori, li fanno con le moltissime coppie etero che non vogliono "rischiare" di mettersi in casa un estraneo con l'adozione.
 
 
 
 
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