20/09/2022 di Francesco Comegna

Elezioni. Testa (FdI): «Gender a scuola impensabile!»

Guerino Testa 52 anni, laureato in economia, politico di lungo corso con alle spalle un curriculum che l’ha visto sempre spendersi in prima fila per il suo territorio, è stato presidente della provincia di Pescara fino al 2014, eletto consigliere regionale nel 2019, ad oggi è capogruppo di Fratelli d’Italia per la regione Abruzzo e candidato al collegio uninominale Pescara-Teramo per le elezioni politiche del 25 settembre prossimo. Gli abbiamo rivolto alcune domande legate ai temi etici, che sono entrati prepotentemente all’interno della campagna elettorale.

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In Italia ad oggi c’è un grosso declino demografico, lei ritiene giusto dover tutelare socialmente la maternità e la paternità, proteggendo la vita nascente dalle istanze pro-aborto?

«Allora io rispetto le scelte di tutti, ma provengo da un’educazione che crede in determinati valori, ritengo quindi che il prossimo governo debba mettere al centro della propria agenda politica la salvaguardia della famiglia e fare politiche attive per incentivare le nascite, per altro io da capogruppo in regione Abruzzo ho fatto una proposta di legge contro lo spopolamento dei piccoli comuni, legge che è attualmente in vigore, favorendo le famiglie che fanno figli e trasferiscono la loro residenza nei piccoli comuni».

L’altro fronte della tutela della vita è quello legato all’eutanasia. Quali sono secondo lei le priorità in tema di cura e rispetto della dignità umana in applicazione delle leggi sulle cure palliative (legge 38/2010) e sull’obiezione di coscienza per i medici e il personale sanitario?

«Io ritengo che in alcune situazioni l’essere umano isolato e preso da drammi esistenziali e situazioni familiari particolari, possa anche prendere decisioni che vanno in contrasto con il mio pensiero e non mi sento di giudicare. Ovviamente ritengo che un medico, anche per la propria etica professionale, debba fare di tutto per garantire le cure primarie per salvaguardare la vita di una persona, chiaramente bisogna fare un ragionamento sull’obiezione di coscienza rimettendo alla singola persona la decisione, che sia il paziente o il medico. Vede io ritengo che su questi temi molto intimi, non c’è da essere favorevoli o contrari, bisogna semplicemente rimettere la libertà decisionale alla singola persona coinvolta, che sia il malato o il medico».

Cosa dovrebbe fare il nuovo Parlamento e Governo in tema di politiche familiari per favorire la formazione di nuove famiglie fondate sul matrimonio?

«Secondo me favorire la famiglia non può che passare attraverso politiche attive per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, vede oggi sposarsi o fare figli spesso è vincolato dalle situazioni lavorative e sociali in cui le persone si trovano».

Invece per quanto riguarda tutte quelle istanze contrarie al concetto stesso di famiglia come l’adozione per coppie dello stesso sesso o la pratica dell’utero in affitto, che tra l’altro ad oggi in Italia è una pratica illegale, lei come si pone? Cosa dovrebbe fare il parlamento?

 «Sono convinto che sotto questo aspetto si debba continuare così come la legge prevede in Italia, ciò non toglie che ognuno resta libero di intendere la propria vita come meglio crede, se in Italia ciò non viene consentito deve andare altrove».

Uno dei diritti inviolabili delle famiglie è quello della libertà educativa, lei ritiene giusto contrastare delle forme di strumentalizzazione ideologica nelle scuole, in particolare per quanto riguarda la propaganda gender?

«Guardi sono molto netto, ognuno è libero di intendere la propria vita sessuale e le proprie inclinazioni come meglio crede, ma nelle scuole non si può pensare di descrivere ai giovani una tipologia di famiglia diversa da quella formata da un padre e da una madre, non da un genitore uno e un genitore due».

Quindi ritiene giusto avere un Ministro dell’Istruzione che si batta contro il gender e la “carriera alias”?

«Che si batta per la famiglia tradizionale ma senza dare giudizi per chi non vi si riconosce, per quanto riguarda il gender io penso che spesso e volentieri questo modo di pensare sia diventato una moda, conosco tante persone che hanno deciso di vivere la loro sessualità in altro modo, porto rispetto alle loro scelte e non le giudico, ma nella scuola queste idee non possono entrare».

Passiamo alla tutela degli anziani, si è parlato prima di fine vita, diciamo che ci sono alcune istanze eutanasiche che vorrebbero far rientrare in ciò perfino i più anziani perché sono considerati non più produttivi e utili alla società, una vera e propria forma di “cultura dello scarto”. Come vanno, invece tutelati e accompagnati i nostri anziani?

«Guardi io penso che in un momento difficile dal punto di vista economico e sociale come questo, l’anziano rappresenti spesso uno dei grandi aiuti su cui si possa contare, penso ad esempio alla crescita dei nipoti. Gli anziani sono oggi insostituibili, vanno tutelati e accompagnati in primis con un piano pensionistico adeguato e con la possibilità di avere una sanità efficiente».

Tra i drammi che mettono oggi a repentaglio il sano sviluppo dei nostri giovani ci sono le dipendenze. Dall’uso di sostanze stupefacenti fino all’ipersessualizzazione dei minori in rete. Quali sono le politiche da adottare per arginare queste dipendenze comportamentali?

«Io sono stato promotore di una legge in regione contro tutte le dipendenze, anche quelle da gioco e da alcool, penso che anche qui bisogna essere fermi specialmente davanti a dati allarmanti in Italia ma in particolar modo in Abruzzo, di cui mi occupo, dove le dipendenze crescono, in particolare quella del gioco che supera addirittura quella della droga. Per quanto riguarda a livello nazionale, in particolare per l’ipersessualizzazione dei minori in rete, si potrebbe agire con attività di prevenzione nelle scuole, con giornate dedicate a questi temi che sono nevralgici per la giusta crescita e lo sviluppo dei nostri figli. Bisogna capire che non tutti i ragazzi hanno lo stesso carattere e la stessa formazione, quindi bisogna sensibilizzarli tutti, facendogli capire qual è la direzione giusta su questi temi, specialmente a chi in età adolescenziale non ha ancora una personalità formata e che quindi va preservato dai pericoli che si celano dietro queste dipendenze».

 

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