22/05/2024

Elezioni Europee. Intervista a Francesco Carducci Artenisio (FdI)

Francesco Carducci Artenisio, classe 1963 e di professione imprenditore, è candidato per Fratelli d’Italia nella circoscrizione Italia centrale. Dal 2010 al 2013 è stato Consigliere Regionale nel Lazio e capogruppo UDC. Nel 1992 è stato a capo della segreteria del Ministro degli Affari Esteri e in passato anche assessore al Turismo e Grandi Eventi e rapporti Internazionali del Comune di Roma. E’ alla sua prima candidatura a livello europeo.

 

I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?

«Ho deciso di sottoscrivere il manifesto perché in esso vi sono i pilastri portanti per la costruzione della democrazia, sulla quale l’Unione Europea per definirsi davvero tale, deve essere fondata. Se si prescinde infatti dai valori, la democrazia si converte in un totalitarismo aperto o subdolo, come dimostra la storia, secondo l’insegnamento di San Giovanni Paolo II (Centesimus Annus). La difesa della vita, la tutela della famiglia e la libertà di educazione sono presidi di democrazia, perché tengono ad affermare diritti che preesistono allo Stato e a qualsiasi organizzazione politica, che non può che non riconoscerli. Si tende oggi a trasformare in diritti esigenze e desideri individuali legittimi, ma a volte aberranti, che vorrebbero negare la dignità della persona, mortificare le convinzioni più profonde e dissolvere il consorzio familiare. La conseguenza è rappresentata dal declino dell’Occidente, perché, negando la sua cultura cristiana, rinnega la sua stessa identità».

In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?

«Mi sono formato da giovane in un Partito, la DC, che vanta molti meriti nei confronti dell’Italia ed ho imparato da quella esperienza che la partecipazione alla vita politica è spinta dalla forza degli ideali e dalla volontà di perseguire un progetto di sviluppo rispettoso delle libertà fondamentali e che ha come obiettivo il bene comune, inteso non solo come interesse generale, ma come rispetto della persona e del suo sviluppo in una società giusta e solidale. Così anche nella gestione della mia attività imprenditoriale nel campo della cultura ho cercato di sviluppare progetti coerenti con le mie convinzioni a costo di rinunciare ad iniziative profittevoli ma che cozzano con i miei valori».

L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.

«Come padre di una bambina di 8 anni il versante educativo mi sta molto a cuore. L’Europa deve rispondere con un’azione efficace all’emergenza educativa che coinvolge i nostri giovani. La scuola rischia di trasformarsi in un’agenzia formativa dove vengono inculcati i fondamentali dell’ideologia gender che tende a distruggere il modello antropologico della nostra civiltà. Per garantire quindi la libertà di scelta della scuola si deve intraprendere un’azione rivolta a sostenere le famiglie, di qualsiasi condizione economica e sociale, affinché esercitino il loro diritto di libertà, attraverso il sostegno diretto alle famiglie mediante un bonus da spendere nella scuola scelta liberamente».

Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?

«Quelle del manifesto sono prioritarie ma non trascurerei l’ambito della cultura o, meglio, della produzione culturale con particolare attenzione al cinema, alla musica e allo spettacolo dal vivo, attraverso strategie che hanno un impatto forte sui giovani, sollecitando le Istituzioni Culturali all’incontro costruttivo con le giovani generazioni mettendo al centro l’uomo e il rispetto della sua dignità. Una proposta culturale forte è la risposta migliore all’emergenza educativa che dobbiamo affrontare contrastando così il disastro antropologico in atto».

 

 

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