17/01/2020

Elezioni Calabria, De Angelis (FdI): «Sostenere giovani e nascite, altrimenti il Sud muore»

Non solo l’Emilia-Romagna, ma anche la regione Calabria si avvicina alla fatidica data del 26 gennaio, quando i cittadini calabresi saranno chiamati, anch’essi, a scegliere il nuovo governatore e la composizione del nuovo consiglio regionale.

A sfidarsi saranno Pippo Callipo per il Partito Democratico, Francesco Aiello per il Movimento 5 Stelle e Jole Santelli, candidata leghista appoggiata da tutte le forze di centrodestra.

Una campagna elettorale, quella calabrese, che non ha mancato di toccare temi fondamentali come la difesa della vita e le azioni per contrastare disoccupazione e disgregazione delle famiglie, come ha raccontato a Pro Vita & Famiglia Fausto De Angelis, candidato del partito Fratelli d’Italia nella circoscrizione Centro-Catanzaro.

 

Quali sono le prospettive per quanto riguarda tematiche come il pro-life e il pro-family, cruciali per qualsiasi regione italiana?

«Ma io direi che sono tematiche cruciali a livello nazionale e mondiale. Noi siamo sempre per la difesa della famiglia naturale, colonna fondante di qualsiasi società. Senza la famiglia sappiamo che le società non hanno la possibilità di reggersi in maniera adeguata. Una delle più grandi risorse del Sud è proprio la famiglia, la cui importanza è sentita tale per certi versi più che in alcune zone del Nord. Una risorsa che però rischia di non essere più tale perché per esempio sempre più giovani a causa della mancanza di lavoro finiscono per dover partire e quindi staccarsi dalle famiglie e non avere come loro prerogativa appunto quella di costruirsene una».

Quali sono invece le politiche che finora non sono andate a buon fine o non sono state messe in pratica proprio per favorire i nuclei familiari?

«Purtroppo oggi c’è una vera e propria lotta tra il bene e il male, tra chi crede ancora nella famiglia e nei suoi valori e chi invece vuol far passare la prassi di disgregare le famiglie e il concetto di nucleo familiare».

Quindi cosa bisognerebbe fare?

«Bisogna innanzitutto sostenere economicamente le famiglie e dare impulso alle nascite. Dare un senso di orgoglio e di identità alle famiglie anche facendo rinascere un sentimento nazionale, che non significa andare contro le altre popolazioni e contro i cittadini stranieri, ma anzi far nascere un sentimento di comunità che possa portare al concetto che la famiglia sta alla base proprio della comunità. Inoltre la famiglia è fondamentale per le nascite e bisognerebbe incentivarle, perché il Sud come in generale l’Italia da questo punto di vista sta morendo».

Lei pensa che magari proprio dalla Calabria possa nascere un nuovo moto di intendere le politiche familiari e a favore della vita?

«Potrebbe essere davvero la Calabria e in generale il Sud il faro per avviare questa mentalità in favore della famiglia. O meglio, un ritorno alle origini, cioè recuperare quel concetto perduto di sostenere le famiglie, le nascite, i giovani, il lavoro per i giovani, per non far morire il territorio. A tal proposito alcuni pensano che la fuga di migliaia di nostri giovani possa essere risolta con l’immigrazione, ma allo stato attuale l’accoglienza non funziona perché si accoglie senza programmi veri e concreti e così il risultato è che i migranti arrivano senza integrarsi e si finisce nel caos».

 

 

 

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