Quando ai piani programmatici di governo si sostituiscono le slide ed i contraddittori politici vengono soppiantati dai tweet, un cittadino per uscire dal ginepraio della politica deve lanciarsi in opere di interpretazione non da poco. E questo è quello che sta accadendo, per esempio, sul divorzio breve .
La Senatrice del PD Rosanna Filippin -madrina, come ricordavamo un paio di giorni fa, della prima Arcigay School-, in vista del rimando alla Commissione Giustizia del Senato del ddl sul divorzio breve -considerati gli errori tecnici contenuti-, invita caldamente i colleghi a rivolgere altrove le loro attenzioni con la laconica minaccia “altrimenti salta tutto”.
A prescindere dal contenuto dei messaggi più o meno in codice, a cui farebbe seguito anche l’annuncio di una fantomatica “grossa sorpresa”, la considerazione più immediata da farsi è la valutazione dell’ostinata perseveranza che una buona fetta di politici investe per smantellare la famiglia.
A commento di questo giro di cinguettii, Giuliano Guzzo presenta un’amara considerazione:
“Se negli anni e decenni scorsi i politici cattolici avessero lavorato con la stessa determinazione di quanti, davanti ad una famiglia italiana già agonizzante, ancora operano in tal senso e per di più con la massima cautela, «altrimenti salta tutto», forse la storia sarebbe andata diversamente; o forse il risultato sarebbe stato lo stesso: chi può dirlo. Di certo avremmo qualche esempio in più cui ispirarci, e con l’aria che tira, non sarebbe male.”
Se agli albori di questo declino -che va ben oltre il ddl sul divorzio breve – ci fossero stati più “altrimenti salta tutto” e meno accondiscendenza, forse l’Italia verserebbe in una situazione migliore.
Redazione