10/03/2021 di Manuela Antonacci

De Priamo (Capogruppo FdI al Campidoglio): «Ecco perché proclamare Roma città pro-Vita»

Fratelli d’Italia ha presentato al Campidoglio un’importante mozione che chiede di “proclamare ufficialmente Roma come ‘città per la vita’ e di inserire questo principio generale nello Statuto di Roma Capitale”. La mozione è giunta all’attenzione dell’Assemblea Capitolina, a firma del presidente di Fdi Giorgia Meloni, dei consiglieri Andrea De Priamo, Francesco Figliomeni, Lavinia Mennuni, e sostenuta dalla Lega con il capogruppo Maurizio Politi e dalla lista civica “Per Giorgia”, rappresentata da Rachele Mussolini. Al consigliere e capogruppo al Campidoglio Andrea De Priamo abbiamo chiesto di spiegarci meglio il senso e i contenuti di questa importante proposta

 

“Roma città per la Vita”. Quant’è importante oggi affermare questo principio? C’è una legge, la 194, a fronte della quale sei milioni di neonati non hanno visto la luce, anche perché c’è una parte della legge stessa che non è stata mai applicata. Le politiche volte a scoraggiare l’aborto e a sostenere la maternità sono del tutto carenti. E’ anche questo che vi ha mossi?

«La nostra mozione, la cui prima firmataria è la consigliera Lavinia Mennuni (e sottoscritta dalla Presidente Giorgia Meloni) che è particolarmente attenta e sensibile a questo tema, è una mozione che nasce proprio dalla volontà di evidenziare che ci sono tantissime iniziative che le istituzioni potrebbero mettere in campo su questo tema, quindi per favorire il diritto alla vita che noi riteniamo un valore in quanto tale e che debba essere supportato con politiche attive, a favore della famiglia e della sanità. Molte di queste possibilità sono anche previste dalla 194 ma a prescindere da questa, la nostra mozione non voleva e non vuol essere un’occasione per discutere o prendere una posizione pro o contro la legge, ma è un modo per rilanciare le politiche della famiglia, che ci sembra scarsamente presente nell’agenda politica nazionale e capitolina (perché ricordiamo che Roma non si può definire un ente locale ma è la capitale d’Italia)».

A Verona, tre anni fa venne proposta la stessa mozione dalla Lega, che all’epoca passò grazie anche  all'ok della capogruppo del Pd Carla Padovani e successe un putiferio: la Fedeli chiese le sue dimissioni. Com’è stata accolta la vostra mozione, almeno per ora?

«Noi abbiamo rilevato e non avevamo dubbi su questo, come solo affrontare certi temi, generi una reazione rabbiosa e tipica di un linguaggio politico che non fa bene, che è quello della contrapposizione ideologica e violenta, di fronte, peraltro, ad una mozione di questo tipo che, non solo non è stata approvata, non è stata nemmeno discussa, ma soltanto messa all’ordine del giorno dell’assemblea capitolina. E’ assurdo che ciò determini un fuoco di fila di reazioni, non improntate su un confronto costruttivo sul tema, ma su una condanna preventiva dello stesso, come se fosse una mozione tesa a togliere diritti e non a garantire iniziative positive. E anche lo stesso Pd, col suo gruppo capitolino, oggi ha fatto un comunicato aggressivo nei nostri confronti. E invece, dovrebbe ritenere importante che ogni forza politica esprima le sue opinioni, qualunque esse siano».

Concretamente quali saranno gli impegni legati a questa proposta?

«Intanto bisogna dire che la proposta trae assolutamente spunto dal confronto e dalle proposte delle associazioni pro vita e quindi è anche frutto di un confronto con le stesse, ovviamente sulla base dei nostri programmi e dei nostri valori. In particolar modo viene impegnato il sindaco a fare in modo che in ogni Municipio venga creata una figura, all’interno dei consultori, tesa a far conoscere tutte le opportunità che ci sono e tutte le azioni volte a disincentivare la pratica dell’aborto e inoltre, viene prevista l’istituzione della Giornata della Famiglia e di tutte  le iniziative possibili, a supporto della natalità, quindi anche  come possibilità di accedere a varie forme di tutela e supporto e quindi anche a diritti che spesso, le giovani coppie non sanno nemmeno di avere».

Mi ha appena accennato alle polemiche che sono già nate, anche perché, sottolineiamolo, qualsiasi iniziativa che in qualche modo va a impattare con la legge 194 finisce inevitabilmente per essere contestata a priori. Come replicherete a chi dovesse accusarvi, nello specifico, di voler “negare i diritti della donna”?

«Intanto, il fatto che la prima firmataria di questa mozione sia una donna e che la seconda firmataria sia sempre una donna, che è la Meloni, dovrebbe dimostrare che questa accusa è falsa. I diritti delle donne non sono necessariamente quelli che ritiene tali una parte politica, ma sul tema dei diritti delle donne è giusto un confronto. Noi riteniamo che sia un diritto importante delle donne, quello di poter mettere al mondo un figlio e di non essere costretta a non farlo da una serie di limtazioni e da una serie di problematiche che esistono nella società. Su questo vogliamo che sia un confronto aperto, senza pregiudizi, ma senza, da parte nostra, nessuna volontà di arretrare per paura di essere “politicamente scorretti”».

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