18/09/2014

Ddl omofobia Trentino – Resoconto in diretta dal Consiglio Provinciale

I nostri lettori certamente avranno notato in questo ultimo periodo una particolare attenzione nei confronti di quanto sta accadendo in Trentino in materia di ideologia gender: ProVita ha voluto seguire i vari passaggi, arrivando anche ad aggiornamenti quotidiani, rilevando le posizioni in campo, le argomentazioni esposte e le reazioni dentro e fuori dal palazzo in vista della discussione del ddl omofobia in Consiglio Provinciale.

Contemporaneamente l’operazione informativa è stata affiancata da un’azione diretta sul territorio, composta da innumerevoli incontri sul tema dell’ omofobia e sui risvolti che la diffusione capillare della propaganda gender ha nella società tutta, facendo rilevare soprattutto l’importanza di una strategia coordinata di diversi enti ed associazioni che si spogliano della propria specifica particolarità per concentrare le energie in una battaglia comune.

L’esito di quest’azione è sotto gli occhi di tutti: i proponenti del ddl omofobia sulla carta avrebbero dovuto vincere senza alcun problema. Sull’abaco i numeri erano impietosi: tutta la maggioranza di governo coadiuvata dal Movimento 5 Stelle erano sul fronte pro gender ed il tema non era per nulla vissuto dai cittadini. Dopo una prima fase di pubblicizzazione tramite una petizione popolare promossa da realtà attigue all’Arcigay, il disegno di legge scaturito dalla raccolta firme è stato impacchettato con un progetto analogo di un Consigliere del PD, Mattia Civico. Di lì l’ordine di scuderia sembrava molto chiaro: bocche cucite, non parlare di omofobia e soprattutto di ciò che era contenuto del testo del ddl.

Purtroppo per loro alla consegna del silenzio non hanno aderito movimenti quali le Sentinelle in Piedi ed il Coordinamento Famiglie Trentine, struttura nata appositamente per far fronte a questa causa.

Il resto è storia di questi giorni: l’ omofobia diviene argomento di discussione quotidiana ma non sotto la consueta lente di alibi adottata dalle associazioni LGBT e dai politici che non si intendono distaccare dal politically correct, bensì toccando la realtà delle cose. L’azione congiunta di queste strutture ha costretto i media a parlare dei contenuti che vengono solitamente celati sotto la coltre delle buoniste dichiarazioni d’intenti. I trentini hanno così scoperto che in Consiglio Provinciale stavano per decidere di imporre l’indottrinamento omosessualista nelle scuole, attraverso anche lezioni dirette tenute da militanti dell’Arcigay e congreghe simili, fino ad arrivare ad una corsia preferenziale per i transessuali nel mondo del lavoro.

Gli esponenti politici hanno reagito con una inaspettata mancanza di compostezza, cambiando opinione a giorni alterni. Soprattutto le forze autonomiste di centro (PATT ed UPT) i giorni dispari difendevano a spada sguainata anche le proposte più assurde del dibattito attorno al ddl mentre nei giorni pari arrivavano ad affiancare l’omosessualismo alla pedofilia. Definirli schizofrenici è un eufemismo.

Oggi inizia la trattazione in Consiglio e la redazione di ProVita si è trasferita sugli spalti dell’Aula per seguire in presa diretta l’evoluzione.

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Consiglio che ha deciso di procedere ad oltranza, con inizio alle ore 10 di questa mattina e giungere sino a lunedì, sabato e domenica compresi.

Il PD e più in generale i proponenti hanno dichiarato di voler arrivare al voto. Vedremo la tenuta della maggioranza e la capacità di affrontare la strategia ostruzionistica messa in piedi dalle minoranze coordinate dal Cons. Rodolfo Borga.

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Redazione

 

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