05/07/2014

Dallo stand dei frati al gay pride alle messe arcobaleno...

Diverse parrocchie hanno organizzato iniziative a favore dei gay, altre hanno dato vita a veglie nella giornata contro l’omofobia. La rivista teologica Concilium ha dedicato un intero numero (febbraio 2014) sull’apertura del capitolo gay friendly della Chiesa. E come non ricordare le “messe arcobaleno” organizzate a Boston? Le stesse che sono state scenario di un attacco mediatico nei confronti di un federe pro-life che ha osato sollevare il tema dell’innaturalezza dell’unione tra persone dello stesso sesso ed è stato linciato sui giornali locali –compreso quello diocesano.

Addirittura prima del Sinodo sulla Famiglia, alcuni gruppi cattolici omosessuali hanno organizzato un incontro internazionale per rivendicare un concetto: la Chiesa deve aprirsi a tutti e soprattutto non può continuare a considerare famiglia solo quella basata dall’unione di un uomo ed una donna.

Diversi prelati, dal Monsignor Geoffrey Robinson a Padre James Alison e Suor Antonietta Potente, saranno presenti all’incontro a Roma il 3 di ottobre per promuovere una nuova forma di evangelizzazione che metta in primo piano omosessuali e transessuali.

Non stupisce, forse, vedere quindi lo stand dei frati francescani partecipare attivamente al festival gay di Boston, con tanto di striscione “Chi sono io per giudicare?”.

Riconoscibilissima, la citazione di Papa Francesco è stata strumentalizzata ed utilizzata come viatico per i fautori dell’ideologia gender, una sorta di tana libera tutti per quel filone interno della Chiesa che, secondo l’analisi condotta da La Nuova Bussola Quotidiana, a questa svolta sta guardano dal Concilio Vaticano II.

Redazione

 

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