09/02/2015

Contraccezione per le ragazzine: non è cosa eccezionale

La scorsa settimana abbiamo parlato di contraccettivi somministrati a tre bambine di 10 anni in Inghilterra.

In quell’articolo, questo veniva proposto da alcuni come un rimedio per casi “veramente eccezionali”.

Siamo ormai abituati a constatare come i casi “eccezionali” vengano regolarmente usati come passe par tout, apripista, per diffondere e difendere politiche abortive, contraccettive, eutanasiche.

Ora, a pochi giorni dalla precedente notizia, vediamo la macchina mediatica già a pieno regime nella campagna per convincere l’opinione pubblica della necessità di impiantare un dispositivo contraccettivo su tutte le bambine di 10 anni “sessualmente attive”.

La storia è quella di Megan Oakley, ora diciannovenne, rimasta incinta all’età di 13 anni ad opera del suo fidanzatino di 15. Megan dice oggi che non si rendeva conto di quanto faceva e dei rischi che correva e aggiunge di essersi accorta della gravidanza digitando in Google i sintomi che avvertiva. La ragazza ha deciso di tenere il bambino, che ora ha 4 anni, con l’aiuto della propria madre e dice di amarlo molto. Megan, tuttavia, aggiunge che l’impianto di un contraccettivo avrebbe cambiato la sua vita e oggi ella fa del volontariato a scuola per spiegare ai ragazzi come possono accedere alla contraccezione e ritiene che l’impianto di un dispositivo sarebbe una buona soluzione per molte adolescenti.

Dallo stesso articolo apprendiamo che in Inghilterra negli ultimi 5 anni almeno 53 dodicenni e 281 tredicenni hanno ricevuto l’impianto, mentre il numero sale a 3000 per le quattordicenni e a 6300 per le quindicenni.

Fortunatamente, non mancano le voci di critica, che sottolineano come a quell’età sia più responsabile che un genitore educhi la propria figlia a rispettare il proprio corpo piuttosto che farle impiantare degli ormoni.

Non possiamo che amaramente constatare che questi sono i frutti di una cultura “sessocentrica” che punta in modo più o meno esplicito alla sessualizzazione precoce dei bambini.

Così come predisposto dagli  Standard per l’educazione sessuale in Europa, decretati dall’ OMS  e che molti Governi, come il nostro, cercano di mettere in atto.

Fonte: Daily Mail

Redazione

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