01/10/2014

Chi sono le vittime dell’aborto?

Dovrebbe essere vietato pregare per le vittime dell’ aborto ? Ne abbiamo già parlato e Notizie Pro Vita ha dedicato un ampio resoconto alla situazione, grazie al contributo di Andrea Mazzi, un volontario della Comunità Papa Giovanni XXIII. A Bologna le femministe “Mujeres Libres” sono approdate al Consiglio Comunale per chiedere che venga impedita la preghiera davanti all’ospedale Sant’Orsola.

Leggendo l’articolo che ne ha fatto La Repubblica pare che i volontari della PGXXIII siano turbolenti facinorosi che usano violenza sulle donne che – invece – dovrebbero poter esercitare liberamente la loro scelta...

Invece:

– Gli stessi volontari della PGXXIII sono quotidianamente testimoni del fatto che troppo spesso le donne non sono affatto “libere” di abortire, ma costrette da persone (partner, parenti, amici... assistenti sociali e medici!) che invece di porgere loro sostegno, aiuto e solidarietà, impongono loro l’IVG – in modo a volte anche violento – come unica possibilità (altro che “libera scelta”!) di risolvere i problemi legati a una gravidanza imprevista (Ricordiamo ai lettori che molte delle testimonianze da loro raccolte sono state pubblicate su diversi numeri della nostra rivista, Notizie Pro Vita).

 

– I volontari della PGXIII, dei CAV, de Il Dono e di tutte le altre associazioni che offrono concretamente aiuto e sostegno alle donne incinte in difficoltà, sanno bene che i “casi limite” sono paradossalmente quelli più facili da risolvere: i problemi socio – economici legati alle gravidanze difficili si superano. La stragrande maggioranza delle donne che abortisce lo fa pur non essendo in una situazione di emergenza. Le statistiche del Ministero dicono che si tratta di donne regolarmente coniugate, con 1 o massimo 2 figli, con una buona istruzione, di età compresa tra i 25 e i 37 anni, rimaste incinte per il malfunzionamento dei sistemi contraccettivi. Ciò dimostra che da un lato l’aborto è stato culturalmente banalizzato, da 40 anni di legge 194, dall’altro è usato come un mezzo di controllo delle nascite tra i tanti.

– Chi conosce la verità sull’ aborto e sulle sue conseguenze, sa che le vittime dell’ aborto non sono solo – ovviamente – i bambini ammazzati, ma la profonda intrinseca violenza del gesto contro natura comporta conseguenze fisiche e psichiche per le madri di una gravità sottaciuta e raramente considerata dalla cultura della morte dominante.

A parte il fatto che la preghiera non ha mai fatto male a nessuno, va detto a gran voce che la preghiera non è mai CONTRO qualcuno ma sempre PER. Chi prega fuori dagli ospedali che praticano l’ aborto lo fa PER le madri e PER i bambini.
E chi prega di tanto in tanto salva qualche bambino.

E sa benissimo che chi salva i bambini, salva le madri.

Le vere femministe, se veramente hanno a cuore la sorte e la salute delle donne, dovrebbero essere tutte contro l’ aborto .

Francesca Romana Poleggi

 

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