04/04/2016

Cervello maschile e femminile: diverso e complementare

Su Libero di qualche giorno fa (24/3), Francesco Agnoli ci informa che L’ Almanacco delle scienze del CNR, nel numero di marzo 2016  riporta un articolo sulle differenze tra il cervello dei maschi e quello delle femmine.

Elisabetta Menna, dell’Istituto di neuroscienze del Cnr, scrive: “Di differenze ve ne sono a livello sia strutturale sia funzionale. In generale gli uomini hanno più neuroni (materia grigia) e le donne hanno maggiori connessioni (materia bianca)”.

Di nuovo viene ribadito ciò che i nostri lettori conoscono bene: le neuroscienze spiegano che le differenze tra uomo e donna sono moltissime, non solo nel fisico, negli ormoni, ma anche nel cervello e nel modo di pensare e ragionare. Quello che percepiscono istintivamente uomini e donne che vivono e lavorano insieme (le donne sono sensibili, intuitive e multitasking, gli uomini logici e razionali, ma fanno una sola cosa per volta) non sono stereotipi o luoghi comuni, ma – senza volerne fare una regola rigidissima e assoluta – sono dati di fatto naturali.

Il riferimento al fatto che possano esserci eccezioni che confermano la regola (così come donne ingegneri e uomini casalinghi, che restano comunque donne e uomini al 100%) è necessario per evitare di usare la scienza come faceva il positivismo nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento. Dice Agnoli che allora un’ eccessiva fiducia nel metodo sperimentale, applicato agli uomini portò a stabilire graduatorie molto rigide sulla superiorità del maschio sulla femmina.

Nel contesto materialista e riduzionista di allora, l’intelligenza, per usare una parola molto generica, doveva essere connessa non a qualche entità spirituale (la classica e ormai negletta “anima”), ma a fattori fisici ben documentabili e sperimentabili. Si riteneva che l’uomo fosse studiabile, per citare Emile Zola, come “un ciottolo della strada”, non solo quanto alla sua corporeità, ma anche riguardo alle sue scelte. E che l’intelligenza, trasformata in un’ entità sconnessa e isolata da educazione, passioni, emozioni, motivazioni…, fosse misurabile con opportuni test creati da psicologi, antropologi e psichiatri.

Per questo specialisti in fisiognomica, antropometria, frenologia e craniometria, tutte discipline che oggi consideriamo senza fondamento (pseudoscienze), ma allora ritenute il top del pensiero scientifico di contro alle vecchie “superstizioni religiose”, non avevano dubbi: l’uomo è superiore alla donna perché “la scienza” dice che ha il cervello più grande, più pesante ecc. ecc.

Charles Darwin, ne L’origine dell’uomo, o Cesare Lombroso, nel suo La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, spiegavano che la donna è irosa, vendicativa, gelosa, vanesia: “un uomo arrestato nel suo sviluppo”.

Oggi sappiamo che quelle misurazioni erano esatte. Ma il cervello delle donne possiede le sue caratteristiche peculiari, originali, tra cui un maggior numero di connessioni tra i due emisferi E sappiamo anche molto bene che la diversità non implica superiorità o inferiorità. Anzi, è il presupposto della complementarietà.

Come a dire che solo con entrambi, cervello maschile e cervello femminile, si legge la realtà a 360 gradi. Il buon senso lo insegna e le neuroscienze lo confermano: camminando a braccetto, maschio e femmina, vedono più chiaro.

Redazione

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