11/11/2013

I bimbi mai nati avranno un cimitero

A Cassola e a San Zeno approvata una delibera che individua lo spazio per la sepoltura

Un “giardino” per i “bambini non nati” sorgerà a Cassola e a San Zeno. Lo ha deciso la giunta del comune vicentino che ha approvato l’individuazione di uno spazio cimiteriale, tanto a Cassola, quanto a San Zeno, per consentire una degna sepoltura anche a quei piccoli morti di aborto per i quali, sotto le 28 settimane, la sepoltura è prevista per legge solo su richiesta delle madri.

Nel caso di Cassola, l’amministrazione è andata oltre scegliendo di istituire il “Registro dei bambini mai nati” e anche a farsi carico delle spese per il servizio di inumazione e quello di trasporto, quantificato in 500 euro annui. La delibera è stata voluta dal sindaco, Silvia Pasinato che in questa maniera ha voluto impegnarsi “a riportare fra noi anche quei valori etici e  morali che fanno parte della nostra cultura e della nostra tradizione di vita cristiana”. Una decisione che nasce dopo aver appreso “cosa accade ai feti abortiti e ai limiti imposti dalla legge con cui devono scontrarsi i genitori desiderosi di fare una sepoltura ai loro figli.

Trovo agghiacciante che – osserva il sindaco – la legge definisca un feto senza vita al di sotto le 27 settimane di gestazione un “prodotto abortivo“. E’ agghiacciante per come da cristiana sono cresciuta e lo è per l’ambiente cristiano in cui viviamo che venga data tale definizione ad un esserino che fino a qualche istante prima viveva dentro il corpo di una donna. Ancora peggio mi sono sentita quando ho compreso che il bambino mai nato viene trattato come un rifiuto e in quanto tale smaltito”.

Così la giunta ha cambiato il termine “prodotto abortivo” con bambino mai nato e ha individuato nei cimiteri comunali le aree dove dare sepoltura ai bambini che non riescono a venire al mondo. Proprio quest’ultima scelta va nel senso di riconoscere la vita fin dal primo momento del concepimento e di riconoscere il concepito come parte della nostra comunità.

Il tema d’altronde è finito sotto i riflettori anche con una delibera analoga del comune di Firenze, che ha scatenato polemiche in città. A poche ore dal termine del convegno della Leopolda, il consiglio ha infatti approvato la delibera sul cimitero di Trespiano per la sepoltura dei feti, che si trascinava da più di un anno. Con degli aggiustamenti: non si parla più anche qua di “prodotti abortivi” e non esiste una zona particolare per tali sepolture, come era all’origine. Le polemiche erano state piuttosto accese, con in campo il Movimento per la Vita , gruppi di estrema destra, gruppi di donne della sinistra e tutto il mondo web. Il primo cittadino è tornato sulla questione scrivendo sulla sua Enews: “Possiamo fare politica senza strumentalizzare il dolore di una madre, o di un padre, che perde un figlio prima che questi veda la luce?”.

Il sindaco ha ribadito che si tratta di una iniziativa “doverosa e semplice, mentre si è cercato di trasferire questo dibattito in un’occasione di polemica congressuale. La vergogna,in questo caso, è tutta per qualche professionista dell’ideologia: mai avrei immaginato tanto livore contro di me”.

Fonte: Il Gazzettino

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