02/02/2015

Aborto: sindrome post traumatica paterna

Sulla radicale ingiustizia della legge 194 abbiamo già detto tanto.

Forse non abbiamo abbastanza sottolineato quanto sia ingiusta anche nei confronti dei padri, che non hanno alcuna voce in capitolo per salvare la vita del proprio figlio.

Da Aleteia apprendiamo la triste testimonianza di un padre che non ha neanche saputo che sua moglie era rimasta incinta di un bambino da lui tanto desiderato.

Quella che segue è la storia di un caso reale di cui si è occupata una clinica di aiuto psicologico. I nomi e i luoghi sono fittizi, ma la storia, così come la patologia, è vera al 100%.

Jack era sui quaranta e si trovava in una tappa della vita nella quale essere padre era il suo grande sogno. Aveva conosciuto Louise, che aveva già un figlio da una relazione precedente e aveva acconsentito senza grande entusiasmo ad avere un secondo figlio con Jack.

I quattro vivevano felici come una famiglia normale fino a che Jack non ha scoperto che alle sue spalle stava accadendo qualcosa di molto grave.

Prima di svelare il grande segreto di Louise, è meglio capire la famiglia nella quale era vissuta. Louise era l’unica figlia femmina e aveva due fratelli maschi. Era la preferita del padre, con il quale aveva un rapporto molto stretto. Quando era molto giovane, Louise emigrò per cercare lavoro all’estero, e con grandi sforzi riuscì a laurearsi.

Ebbe grandi meriti accademici, ma la sua vita sociale era un disastro. Aveva problemi con tutti i partner ed era una donna promiscua e instabile.

Suo padre, con grande dolore, dovette trovare un modo per aiutare la figlia ad affrontare il problema e a mettere la testa a posto a livello di rapporti affettivi. Si allontanarono subito e Louise iniziò a odiare gli uomini, a cominciare dal padre.

Aggravò ulteriormente la sua vita sessuale, ebbe un figlio naturale e portò avanti un comportamento arrogante nei confronti del padre. Economicamente forte e indipendente, sentiva che nella sua vita niente andava male, ritenendosi la “dea” del suo mondo.

Quando conobbe Jack, Louise andò rapidamente a vivere con lui, portandosi dietro il figlio di sei anni. Egli accettò di buon grado visto che voleva farsi una famiglia.

Quattro anni dopo la nascita del loro Chris, tuttavia, Jack scoprì che non aveva un grande ruolo nella pianificazione familiare, come invece pensava. Scoprì sul suo conto bancario che c’era un debito a nome di una nota clinica abortista. Louise aveva abortito di recente senza averglielo neanche detto.

Questo fu causa di enorme tristezza per Jack, che sognava di avere un altro figlio. Non solo si sentì ignorato da Louise, ma si incolpò per non aver saputo difendere suo figlio, il proprio figlio... E visse un grande lutto per questa creatura.

La coppia si separò. Per Louise la priorità era essere una donna indipendente e, se necessario, calpestare il genere maschile perché ella era la regina e la signora del suo corpo.

Per Jack sia la fiducia che il cuore erano in crisi. Attraversava una grande depressione post-traumatica a causa di quell’aborto. Ricorse agli psicologi, che gli raccomandarono di congedarsi dal figlio non nato, e lui celebrò un piccolo funerale per lui.

Gli preparò una cassa e gli scrisse una lettera in cui esprimeva il suo desiderio di essere padre. Lo aspettava ancora un lungo percorso da compiere per recuperare la fiducia in qualsiasi donna, e ovviamente in futuro si sarebbe assicurato che la donna conosciuta fosse disposta come lui a formare una famiglia in cui i figli rappresentassero un grande tesoro.

 Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti

Fonte: Nuestro mundo al revés

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