10/10/2023 di Ufficio Stampa Pro Vita & Famiglia

Aborto. Nella relazione al Parlamento sulla 194 i numeri restano drammatici

«La Relazione annuale al Parlamento sull’interruzione di gravidanza, resa pubblica in questi giorni, conferma l’atroce aumento dell’uso della RU486, famigerata pillola abortiva. Pur considerando l’aborto sbagliato in qualsiasi caso, perché lede il primo dei diritti, cioé quello alla vita, è necessario ricordare che il ricorso all’aborto chimico o farmacologico è altamente rischioso per la salute delle donne, perchè innanzitutto aumenta gli aborti forzati e le violenze contro le donne, ma anche perchè le abbandona tra le mura delle loro case ad eventi avversi decisamente più frequenti, dolorosi, violenti, fino a quello di riconoscere il proprio figlio quando oramai è morto, con gravi conseguenze psicologiche. La relazione ci racconta di ancora troppe mamme, tante giovani minorenni, che ricorrono all'aborto, più tutte quelle che fanno ricorso alle pillole che falsamente vengono chiamate “contraccezione di emergenza” ma che sono abortive a tutti gli effetti. 63.653 le donne registrate dalla relazione indotte ad eliminare i loro figli già vivi, bambini a cui è stata negata la nascita. Queste donne sono state avvisate delle conseguenze fisiche e psicologiche? A quante di queste donne sono stati offerti aiuti perché potessero custodire i loro figli nonostante le difficoltà? Questo la Relazione non lo dice, ma la maggior parte delle mamme convinte di voler abortire quando aiutate cambiano idea e accolgono i loro figli: i bambini scampati all'aborto sono sempre una buona notizia per tutta la comunità. Sono questi i dati che ci interessano e che la Relazione dovrebbe contenere, perché mentre non esiste alcuna donna in Italia che sia stata costretta a partorire per mancanza di applicazioni della 194, sono ancora troppe le donne costrette o indotte ad abortire, perché non viene offerta loro alternativa valida. Chiediamo dunque che le donne siano messe in condizione di avere piena coscienza di cosa sia l’aborto, per esempio facendole ascoltare il battito del cuore del figlio o vedere una ecografia, e illustrando loro le conseguenze, e che sia rispettato il diritto di non abortire, proponendo loro tutti gli aiuti per poter accogliere il figlio, accompagnandole concretamente anche solo per custodirlo fino alla nascita, quando impossibilitate a crescerlo, per affidarlo, per esempio, alle Culle per la Vita o ad un parto in anonimato». Così Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus.

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