01/12/2015

Aborto – Amnesty denuncia le leggi pro-life di El Salvador

Da paladina dei diritti umani, Amnesty International è diventata una delle principali organizzazioni che promuovono l’aborto nel mondo. E ormai non passa giorno in cui la Ong non denunci qualche Paese perché non permette alle donne di abortire o perché ne limita fortemente i “diritti di salute sessuale e riproduttiva”.

Di casi simili ne abbiamo già visti diversi, come ad esempio quelli del Cile o dell’Irlanda.

Sul sito di Amnesty ora l’attenzione è rivolta a El Salvador. Il piccolissimo Stato dell’America centrale è reo di avere una legge pro-life che vieta totalmente l’aborto. A seguito di una modifica del Codice penale nel 1998, l’aborto nel Paese è stato vietato in tutte le circostanze, anche quando la gravidanza è frutto di stupro o incesto. Quando la vita della donna è a rischio vale – come valeva per il Codice penale italiano anche prima della legge 194 – lo “stato di necessità” che esime dalla responsabilità penale. I cultori della morte dicono che la modifica della legge avrebbe portato anche a procedimenti giudiziari assurdi, tali per cui basta un aborto spontaneo per essere condannate. Se così fosse, senza dubbio è un fatto da condannare. Ma si tratta evidentemente solo di un abuso, che nulla toglie alla validità della legge.

Secondo un rapporto redatto dalla Ong, la normativa vigente avrebbe un effetto devastante sulla popolazione, in quanto molti sarebbero i bambini lasciati a se stessi, in quanto le loro madri sono in carcere accusate di aver abortito illegalmente (altri figli, ovviamente).

Per questo, Amnesty chiede di cambiare la legge.

Ovviamente sarebbe disumano e inaccettabile incarcerare una donna per un aborto spontaneo. E si può benissimo discutere riguardo al tipo di pena o al numero di anni di carcere da scontare nel caso di aborto volontario. Su questo si deve lavorare e ci si deve battere. Ma non chiedendo la depenalizzazione dell’omicidio dei bambini prima della nascita. Occorre piuttosto, se ve ne fosse realmente bisogno, una corretta applicazione della legge e la lotta contro gli abusi.

Purtroppo, ancora una volta Amnesty International usa la situazione estrema e dei casi limite di sofferenza di alcune donne – che è tutta da verificare – per una battaglia ideologica. Che non si cura né degli interessi delle stesse donne, né dei bambini innocenti.

Redazione

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.