12/02/2014

A quando un nuovo Family day in Italia?

Ciò che lega due manifestazioni così diverse – una contro la pervasività della teoria del gender, l’altra pro-aborto – è che sono riuscite a mettere in difficoltà i governi Hollande e Rajoy

Fra Parigi e Madrid nel fine settimana le piazze si sono riempite. Nella capitale francese per protestare – centinaia di migliaia di persone – contro il gender nelle scuole e l’imminente legge sull’utero in affitto. E per ribadire che il matrimonio gay continua a non andare bene. Intorno alla stazione di Atocha – qualche decina di migliaia di persone – per contestare le restrizioni all’aborto progettate dal governo Rajoy, che comunque, se approvate, lascerebbero in piedi le indicazioni “terapeutiche”, danni alla salute psichica inclusi.

Secondo i media, in ossequio ai canoni di una corretta informazione “di genere”, a Parigi si sono trasferiti i tea party (quindi no tax e pro life sono la stessa cosa); a Madrid invece “le donne”, non le femministe, hanno ribadito di essere padrone del proprio corpo!

Ciò che lega due manifestazioni così diverse è che sono riuscite a mettere in difficoltà Hollande e Rajoy: si è avuta la conferma che a scendere per strada sui temi etici non sono pochi appassionati della materia, bensì parti significative del corpo sociale. Lo scorso fine settimana in Italia, come ogni prima domenica di febbraio dal 1979, era la Giornata per la vita. Quale è stata la percezione di quello che dovrebbe essere un momento di riflessione sulla strage degli innocenti, in atto “legalmente” in Italia da 36 anni? Se Madrid e Parigi sono sveglie, Roma fa bene a dormire? Pare di no, a giudicare dai programmi di educazione all’identità di genere imposti nelle scuole, dalle direttive sul tema rivolte ai giornalisti, e da quello che sta per uscire dal Parlamento su matrimonio gay, omofobia e droga.

Dalle firme per Uno di noi alla Marcia per la vita, ci sono tante iniziative lodevoli; serve però di più: serve tornare in piazza, e in tanti, come per il Family day. Che si è svolto nel 2007: dopo (non avanti) Cristo!

di Alfredo Mantovano

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