21/04/2021 di Manuela Antonacci

Italia Viva si sfila dal ddl Zan, ora non c’è maggioranza. Ieri il no in Commissione. Ecco i retroscena

Oggi si continua a parlare di ddl Zan in Senato, mentre è notizia proprio di questi minuti che Italia Viva ha dichiarato in aula di essere d'accordo con le obiezioni del mondo femminista sul ddl Zan, aprendo così una vera e propria crisi per il disegno di legge sull’omotransfobia. Senza i voti di Italia Viva, infatti, non c'è maggioranza per l'approvazione del testo.

Ieri, invece si sarebbe dovuto discutere ieri in Commissione Giustizia, si è interrotto. Si è ormai ben capito, anche all’interno della maggioranza, che c’è qualcosa che non va nella sua formulazione e che la questione non si può ridurre allo scontro tra paladini della libertà e della democrazia da un lato e omofobi cattivoni, dall’altro, perché è in gioco la libertà di espressione, stessa.

Cosa è accaduto, ieri e come mai la calendarizzazione del ddl è stata bloccata, lo spiega il senatore Simone Pillon in un video sul suo profilo facebook.

Esordisce specificando quale sia il ruolo che la Commissione del Senato riveste, ossia quello di decidere quali temi trattare nella Conferenza dei capigruppo che si chiama tecnicamente “ufficio di presidenza”, in cui sono presenti tutte le forze politiche rappresentate nel Senato. All’interno di quest’organo, si stabiliscono le priorità da assegnare a certi argomenti. Si crea, così, una maggioranza politica che è quella che sostiene il governo ed è compito della maggioranza indicare al presidente della Commissione quali sono le priorità che si intendono trattare.

Diversi argomenti e disegni di legge erano stati presentati, nelle scorse settimane, tra cui leggi sulla tutela degli animali o sul doppio cognome o sulla tutela delle donne ecc. In tutto una ventina di proposte, a cui è stato dato l’assenso, l’unica proposta su cui non si è trovato un accordo comune è stato il ddl Zan, presentato come priorità assoluta. Perciò come afferma Pillon, nel suo video “di fronte a questa volontà di spaccare la maggioranza a tutti i costi, il Presidente non ha potuto far altro che prendere atto e chiudere la partita dicendo che non se la sentiva di spaccare la maggioranza politica che sostiene il governo, con un voto e quindi ha rimandato tutto nella conferenza dei Capigruppo di Aula e lì speriamo che avvenga una mediazione alta, capace di rispondere alle urgenze degli italiani che non sono certo quelle legate ai corsi gender.”

Nel chiudere il discorso, Pillon ha sottolineato, ancora una volta, che non lascerà che venga calendarizzato un provvedimento che rischia di compromettere la libertà delle persone.




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