14/08/2020 di Francesca Romana Poleggi

Vescovo denuncia: aborto e ingegneria genetica senza regole in Francia

Per "senza regole", qui si intende "senza limiti": la nuova legge sulla bioetica francese cancella ogni regola morale...
 
Il vescovo Bernard Ginoux di Montauban, in Francia, ha espresso la sua grave preoccupazione  in proposito dopo che l'Assemblea nazionale ha votato  (di notte, con l'aula semi  deserta: erano presenti 101 deputati su 557) un emendamento alla legge di bioetica che allarga notevolmente le possibilità di abortire.
 
C'è speranza che la norma possa essere cancellata dal Senato. Altrimenti l'aborto "medico" cioè l'aborto oltre i tre mesi (e fino alla nascita) sarà possibile non solo per malformazioni fetali o per pericolo di vita della madre, ma anche se un medico attesta che la donna soffre disagio psicologico e sociale per la nascita del bambino.
 
Per stessa ammissione dei legislatori (chi capisce il francese lo può leggere qui) la norma in realtà non apporta sostanziali novità alla legislazione francese, che di fatto - come quella italiana - è molto permissiva e consente comunque l'aborto fino alla nascita. La specifica serve per stroncare i tentativi di qualcuno (giudice o medico) che interpreta la legge vigente in modo restrittivo e lesina il certificato necessario per ottenere l'aborto tardivo. 
 

Il  'disagio psicosociale' è un termine vago e sfuggente, può significare quasi qualsiasi cosa,  per questo Monsignor Bernard Ginoux  avverte che i bambini francesi sono "in grave pericolo".

Il Vescovo non usa mezzi termini per denunciare che, «mentre la società francese sta gradualmente uscendo dal calvario del coronavirus e deve preoccuparsi di difficoltà economiche, crisi ecologica, incertezze sul ritorno a scuola, disoccupazione, giovani non integrati nella società e grande crisi di fiducia del popolo verso le istituzioni» il Governo sembra abbia come priorità  di far passare una legge che - oltre alla ulteriore liberalizzazione dell'aborto fino alla nascita -  impone nuove tecniche riproduttive che disumanizzano la persona umana, fanno del bambino un oggetto, selezionano gli embrioni, creano chimere: lo scopo è farla finita con la paternità e i sani rapporti sessuali tra uomo e donna». 

Evidentemente "tutto il mondo è paese": qui da noi - mutatis mutandis - accade la stessa cosa: siamo nel mezzo di una crisi epocale e ci preoccupiamo dell'omotransfobia e di offrire la pillola abortiva a domicilio...

 
Prosegue il Vescovo: «La bioetica sta cedendo il passo alla tecnologia e al profitto?»
E porta due esempi: il "metodo ROPA" (= Ricezione dell'ovocita del partner) per permettere a due donne che vivono in coppia di avere un figlio "insieme" (una mette l'ovulo e l'altra offre il grembo. Inutile dire che lo spermatozoo e il padre non contano: «la paternità scompare e le due donne si considereranno le due madri. Il bambino non saprà più da dove viene. Non è una cura medica dell'infertilità...»; e la possibilità di creare chimere, metà uomo metà animale, in laboratorio. Il DNA della cellula viene modificato e un gene viene sostituito da un altro. Dopo varie manipolazioni e l'introduzione di cellule staminali umane nell'embrione animale, si ottiene così un embrione chimerico (cellule umane e cellule animali). Gli animali così ottenuti  sarebbero serbatoio di organi per gli esseri umani.
Ma sono davvero animali?
E gli embrioni da cui sono stati prelevati i tratti di Dna necessari per creare l'ibrido?
 
«Attraversare i confini del bene e del male non farà crescere l'umanità», conclude mons. Ginoux.
 
 
 
 
 
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