21/03/2023 di Luca Marcolivio

Sei contro l’aborto? L’associazione che difende le persone con Sindrome di Down ti rifiuta

La musica può trasmettere tanti messaggi negativi ma anche raccontare la preziosità della vita. Così è stato per Rosa Pirone, cantante napoletana, che si esibisce nei piano bar e ai matrimoni e che, recentemente ha inciso una canzone dal titolo Non buttarmi via, in cui dà voce a un nascituro concepito con Sindrome di Down, che prova a convincere la mamma a non abortirlo, raccontandole quanto potrà essere bella ed entusiasmante – anche se non facile – la vita con lui. Al brano è stato affiancato un videoclip, dove appaiono due ragazzi con Sindrome di Down, felici di essere stati accolti al mondo.

A Pro Vita & Famiglia, Rosa Pirone ha raccontato cosa l’ha spinta a donare la sua arte a servizio della vita e contro l’aborto, senza con questo nascondere la sua delusione per la collaborazione rifiutatale da un’associazione che si occupa di persone con sindrome di Down. Il motivo? Il messaggio della canzone Non buttarmi via sarebbe politicamente orientato…

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Rosa Pirone, lei ha inciso una canzona sulla sindrome di Down, di cosa parla?

«Non ho voluto accusare chi commette l’aborto, ho voluto semplicemente dare una voce a chi intende dare un messaggio diverso. È la voce di chi, a una donna che sta per abortire, vorrebbe dirle: “Aspetta, non affrettarti nel buttare via questo bimbo, un po’ diverso…”. Nella canzone, io stessa do voce a quel bimbo: “Non buttarmi via, più di te ho un cromosoma, non una pistola”. Infatti, le persone con sindrome di Down sono dolcissime! Come accennavo, io non accuso nessuno, perché ogni essere umano è destinato anche a cadere e a sbagliare. Però, penso anche sia giusto dire: “Non farlo, pensaci bene…”. Nella mia canzone, dalla pancia della mamma, il bambino le dice: “Ascoltami!”».

Com’è nata l’idea di questa canzone?

«La canzone è nata da un litigio con una mia amica che, sull’aborto, la pensa diversamente da me. Non volevo avere ragione, volevo solo spiegarle la mia idea. Lei si aggrappava ad alibi di vario tipo (esempio: “Se io muoio, lui come farà?”), io, però, guardavo oltre e, infatti, nella canzone dico: “Perciò leggo nei tuoi occhi un coraggio vestito di paura”. Io non la accusavo. Il mio messaggio era: “Fai decidere il bambino, ascolta quello che dice”».

Lei ha voluto far conoscere questa sua canzone a un’associazione che si occupa di persone con sindrome di Down: com’è andata?

«Sì, l’avevo mandata all’Associazione Italiana Persone Down, quando ancora non era uscito il video. Devo dire che sono rimasta delusa: mi avevano detto che la mia canzone rischiava di essere fuorviante, perché è contro l’aborto e loro sono un’associazione apolitica, apartitica e via discorrendo. Poi i genitori associati i loro figli con sindrome di Down li hanno fatti nascere, quindi non hanno questa ideologia. Non li ho giudicati, però ci sono rimasta un po’ male, non è così che dovrebbe funzionare. Comunque, non voglio rassegnarmi: in occasione della Giornata della Sindrome di Down mostrerò loro il video di Non buttarmi via, da cui si evince la storia di una donna che aspetta un figlio con sindrome di Down, che si confida dallo psicologo, ecc. Io non sto cercando soldi, fama o gloria. Sto solo chiedendo che il messaggio corra veloce. Se riuscirò a emozionare e far riflettere anche una sola persona, va bene così! Con tante voci negative che si sentono in giro, perché non farne girare anche una positiva? In un’altra occasione ho avuto modo di parlare con la segretaria di un’altra associazione che si occupa di sindrome di Down e le ho spiegato come la pensavo. Lei mi ha risposto che tempo addietro aveva conosciuto una signora che, proprio perché una volta aveva abortito un bimbo con sindrome di Down, adesso voleva adottarne uno. Questo mi confermava che se solo quella donna avesse potuto ascoltare una voce diversa, forse avrebbe fatto diversamente».

L’hanno accusata di voler diffondere un messaggio “politico”. Ma quanto c’è di “politico” nella sua canzone?

«Assolutamente nulla, io lo definisco, piuttosto, un messaggio d’amore che non va frainteso. Io sono per la vita e contro l’aborto. Al tempo stesso, penso che una persona che sbaglia, non ho il diritto di giudicarla, semmai devo affiancarla. Se una donna sta per abortire, possiamo dirle: “Aspetta”. Se invece lo ha già fatto, le diciamo: “Dio ti perdona”. Non possiamo gettarle pietre addosso, perché sono convinta che lei stessa, dopo aver fatto quella scelta, stia male. Sarò ottimista ma credo che, se è vero che ognuno di noi ha le sue luci e le sue ombre, perché non fare uscire quella parte buona, invece di sotterrarla? Non le nascondo che mi piacerebbe esibirmi con questo brano al concerto per la sindrome di Down. L’amore ripaga noi stessi, è come un boomerang: prima o poi ritorna!».

 

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