29/11/2022 di Donatella Isca

Quell’ideologia che. . . "non esiste"

Sono trascorse alcune settimane da quando l’amministrazione di Pontedera, in Toscana, ha deciso di rimuovere i manifesti della campagna di Pro Vita & Famiglia contro l’indottrinamento dell’ideologia gender nelle scuole.

E’ singolare come, a poche settimane dall’accaduto, un quotidiano nazionale – Il Giornale - riporti l’esperienza vissuta dai giovani studenti di un liceo della vicina città di  Empoli che riporta appunto come titolo: «L'ultima follia gender a scuola. Maschi vestiti da ballerine». Su La Nazione del 5 ottobre scorso, invece, l’ assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pontedera, Carla Cocilova, si affrettava ad affermare che «il manifesto rimosso  si basava  su un falso assunto, che è quello dell’ipotetica teoria gender che nella realtà non esiste». Dichiarazioni che, allora, facevano da eco a quelle della ricercatrice Federica Merenda, chiamata in causa il giorno precedente, 4 ottobre, da Il Tirreno, in sull’articolo sempre a proposito della nostra campagna contro l’ideologia gender nelle scuole. Merenda addittura ci accusava di fare falsa informazione affermando che: «la disinformazione consisteva nell’oggetto stesso della campagna: la presunta teoria gender, invenzione degli stessi movimenti anti-gender, che traviano i nostri figli costringendo i maschietti a vestirsi da femminucce».

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Intanto, proprio mentre si continua a negare il fatto che un’ideologia gender esiste, una scuola ad Empoli, l'istituto Virgilio, ha aderito al progetto che prevede incontri di “Vouging - ballo di comunità Lgbtqia+”, i cui obiettivi dovrebbero essere la «parità di genere» e la «riduzione delle disuguaglianze». La professoressa di educazione fisica ha imposto la partecipazione  ai suoi studenti ad un corso che prevede sfilate e balli di gruppo invertendo i ruoli maschili e femminili, abiti compresi, senza chiedere ai genitori di firmare il consenso informato, l’unica arma a favore delle famiglie per evitare di far partecipare i propri figli a corsi extracurriculari che possono contenere contenuti ritenuti non idonei.

Bene ha fatto la deputata di Fratelli d’Italia Chiara La Porta che ha sottolineato che: «È inaccettabile e lesivo delle libertà personali obbligare dei ragazzi minorenni a seguire un corso in cui ci si scambiano ruoli e vestiti e dal quale non sarebbe possibile nemmeno astenersi e che sembra possa influire addirittura sulle valutazioni finali dell'andamento scolastico». Aggiungendo inoltre che «questi tipi di progetti non sono altro che l'ennesimo tentativo di inculcare e diffondere la teoria gender nelle scuole. Un metodo che lede gravemente la libertà educativa dei genitori».

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Pro Vita & Famiglia, accusata ingiustamente di diffondere fake news e disinformazione, condivide in pieno la denuncia della parlamentare di FdI e rilancia con più forza l’allarme ai genitori: controllate e vegliate sulle attività che vengono proposte ai vostri figli perchè il PRIMATO EDUCATIVO SPETTA ALLA FAMIGLIA, soprattutto quando riguarda argomenti delicati come la sfera sessuale.

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