17/12/2021 di Luca Marcolivio

Arcigay fa il “tour” nei licei napoletani. I genitori sono stati avvisati?

In occasione della “Settimana dello Studente”, la sezione Arcigay di Napoli è stata coinvolta in un tour in cinque scuole superiori partenopee. Si tratta di workshop proposti dagli stessi studenti, che hanno quindi sottoposto le loro idee ai rispettivi Consigli di Istituto.

Due incontri si sono già tenuti all’Istituto Statale Attilio Romanò di Miano (14 dicembre) e al Liceo Kant di Melito (ieri, 16 dicembre). A completare il giro, tre licei del capoluogo campano: il Cuoco-Campanella (17 dicembre), l’Umberto (20 dicembre) e il Villari (21 dicembre).

Su queste attività permane un forte dubbio: si tratta di semplici seminari opzionali o di corsi obbligatori? Nel secondo caso, entrerebbe in gioco il principio del consenso informato, per cui tutti i genitori, all’unanimità, devono autorizzare l’attività didattica in questione. Abbiamo cercato di fare chiarezza chiamando direttamente alcune delle scuole interessate, che ci hanno detto di «non poter divulgare informazioni se non direttamente tramite gli studenti» e che dunque, se fossimo dei genitori saremmo «informati dai nostri figli».

Informazioni che latitano anche in Rete e sui social. Nessun dettaglio né informativa, infatti, è stata pubblicata sui siti istituzionali degli Istituti se non con un laconico post facebook e un articolo sul sito di Arcigay Napoli che fanno riferimento soltanto al programma degli incontri, senza aggiungere nessun dettaglio utile. In attesa – si spera - di avere informazioni più dettagliate sulla natura dei workshop dell’Arcigay durante la Settimana dello Studente napoletana, non sfugge il fatto che almeno uno dei cinque istituti si è distinto nei mesi scorsi per delle politiche scolastiche decisamente gay friendly. Il caso venne alla luce nell’aprile 2021, quando una studentessa aveva utilizzato il bagno dei maschi, venendo redarguita da un collaboratore scolastico. La maggior parte degli studenti prese le difese della compagna transgender, affiggendo un cartello con la scritta “bagno trans” su sfondo a strisce bianche, rosa e azzurre, in segno di solidarietà.

In seguito, la dirigente scolastica del Liceo Vico ha incontrato i rappresentanti del circolo Arcigay di Napoli, assieme agli studenti, per avviare un percorso rivolto a studenti, docenti e personale scolastico.

In primo luogo l’Arcigay partenopea ha proposto un evento in vista della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (17 maggio, che il defunto ddl Zan voleva istituzionalizzare) e «l’avvio già dal prossimo anno scolastico di un percorso duraturo e strutturato per supportare tutto il personale scolastico sulle tematiche dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale». All’incontro aveva partecipato anche l’associazione “i Ken”, che, in quel frangente, ha elogiato l’atteggiamento disponibile della preside, pronta «ad accogliere progetti e collaborazioni con le associazioni del territorio per una “scuola aperta e inclusiva”».

Anche nel contesto delle scuole superiori di Napoli e provincia, quindi, si è ripetuto uno schema ricorrente della strategia Lgbt: un singolo caso personale divenuto pretesto per una propaganda a tamburo battente. Molto probabile, quindi, una continuità tra l’episodio del Liceo Vico della scorsa primavera e i workshop dell’Arcigay durante la Settimana dello Studente. Un’effervescenza di iniziative, in perfetta triangolazione tra docenti, allievi e associazionismo lgbt. E i genitori? Sono stati avvisati?

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